Cyberpunk 2077: Phantom Liberty, la recensione
Cyberpunk 2077: Phantom Liberty è la conferma di quanto CD Projekt Red sia riuscita a sistemare la propria opera più problematica
Cyberpunk 2077 è stato senza dubbio un titolo dal percorso travagliato. Figlio di quel Cyberpunk 2020 creato nel 1988 da Mike Pondsmith come un gioco di ruolo cartaceo, è approdato su PlayStation 4, Xbox One, PC e Stadia nel dicembre di tre anni fa con risultati catastrofici. Da un lato su PC e Stadia, il gioco presentava qualche bug, ma rimaneva comunque giocabile. Dall’altro, su console di scorsa generazione, la resa finale era a dir poco terrificante. Colpa di un’architettura tecnica troppo datata, incapace di contenere la potenza richiesta dall’opera ultima di CD Projekt Red.
Gli sviluppatori di The Witcher hanno inoltre deciso di premere il piede sull’acceleratore, dando vita anche a Phantom Liberty, un DLC che non introduce solamente una nuova trama, ma anche nuove feature esclusive. Abbiamo recentemente avuto occasione di tornare a Night City nel nuovo quartiere di Dogtown per una missione ad alto tasso di adrenalina. Volete scoprire se ne è valsa la pena o se i dev sono scivolati nuovamente in alcuni problemi tecnici? Allora siete nel posto giusto.
UN INNESTO NELLA STORIA
Quando V viene contattato dal misterioso “Songbird” per salvare la vita della presidente della NUSA (New United States of America) non è certo facile accettare l’incarico. Con la promessa di una vita migliore, il nostro (o “la nostra") protagonista si dirige a Dogtown, un distretto isolato dal resto di Night City. Qui dovrà riuscire a contattare due agenti della FIA (Solomon Reed e Alena Xelakis) per chiedere un aiuto, prima che il folle colonnello Kurt Hansen si renda conto di quanto sta accadendo nell’area controllata da lui e dai militari della Barghest.
I narrative designer hanno inoltre pensato a differenti finali, che vengono influenzati principalmente da una scelta che si viene chiamati a prendere nel corso dell’avventura. Questo non solo aumenta la rigiocabilità del DLC, ma contribuisce anche a dare uno sprint aggiuntivo al gioco base. In base alle nostre azioni, infatti, potremmo sbloccare anche un finale extra per le avventure di V. La sensazione, una volta visto come si innesta Phantom Liberty nella storyline principale, è che ora il titolo abbia raggiunto la sua reale maturità. Una maturità sia narrativa che di contenuti, che ci permettono quindi di consigliare l’acquisto di Cyberpunk 2077 anche a tutti coloro che, per paura o indifferenza, non ci hanno ancora messo sopra le mani.
LA FORMA DEFINITIVA DI CYBERPUNK 2077
Con l’aggiunta della succitata versione 2.0, l’ultima fatica di CD Projekt Red ha visto un notevole miglioramento del comparto ludico. Questo si riflette ovviamente anche all’interno di questo contenuto aggiuntivo, che a sua volta regala nuove feature per tutti i giocatori. Stiamo parlando di un nuovo ramo dei talenti, della possibilità di sparare mentre si guida, nuove tipologie di missioni, nuove armi e, già in generale, di un approccio alle sfide più variegato rispetto al passato. Merito anche della nuova location, forte di un level design eccelso e in grado di sfruttare appieno gli spazi offerti dagli sviluppatori. Dogtown, infatti, non è più grande degli altri quartieri, ma è senza dubbio più curato, offrendo più attività e innestandole meglio tra di loro.
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Esattamente come la narrativa, anche il gameplay di Phantom Liberty ha il sapore del “perfezionamento”. CD Projekt Red ha dato fondo alle proprie capacità per rendere gli scontri a fuoco sempre appaganti e per donare una maggiore personalizzazione dell’esperienza al giocatore. Esperienza che ora vanta molti più modi per procedere nell’avventura rispetto al passato. Qualche volta si ha ancora la sensazione che le meccaniche GDR risultino un po’ traballanti, ma nulla di davvero tragico. Diciamo che, in generale, Cyberpunk 2077 è un titolo che si approccia più facilmente come uno shooter con meccaniche RPG, rispetto a un vero e proprio gioco di ruolo. Non che ci sia nulla di male, sia chiaro, ma la differenza con titoli del calibro di Deus Ex, per rimanere su atmosfere simili, è ancora molto evidente.
PURA POTENZA TECNICA
Non ci giriamo nemmeno attorno: su PC Phantom Liberty è incredibile. Questo non solo per la nuova integrazione con il DLSS 3.5, ma anche per la cura mostruosa riposta in giochi di luce, modelli 3D ed effetti atmosferici. La nostra prima run di Cyberpunk 2077 è stata fatta su Xbox Series X e abbiamo ripreso il titolo in mano su Steam proprio in occasione dell’uscita di questo DLC. Ebbene, il balzo grafico è stato spiazzante, in grado di farci strabuzzare costantemente gli occhi. È evidente che CD Projekt Red abbia fatto un lavoro impeccabile su PC, dando vita alla miglior versione possibile della propria opera.
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Discorso molto simile anche per quanto riguarda il comparto sonoro, forte di una soundtrack d’effetto e di un ottimo doppiaggio in italiano. Un plauso nello specifico ad Alberto Angrisano, qui voce del personaggio interpretato da Idris Elba. Alberto è la voce più iconica del celebre attore visto in RocknRolla, ma è noto recentemente nel mondo dei videogiochi anche per il ruolo di Cidolfus Telamon in Final Fantasy XVI e di Elias in Diablo IV. Una voce calda e avvolgente, perfetta per il personaggio di Solomon Reed.
PAURA E DELIRIO A DOGTOWN
Cyberpunk 2077: Phantom Liberty è la consacrazione della recente fatica del team polacco famoso per le avventure dello Strigo. Un DLC dalla durata di circa 20 ore che prende quanto di buono fatto nel gioco base e lo porta verso nuove direzioni. Questo contenuto aggiuntivo, insieme alla patch 2.0, rendono Cyberpunk 2077 un titolo da consigliare a chiunque ami i GDR con un forte piglio action. Lasciate perdere i meme e i problemi riscontrati al lancio da questo gioco e godetevi quello che è diventato oggi. Un titolo emozionante, divertente e mostruosamente bello da vedere.
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