CTRL-Z vol. 1: Greyscale, la recensione

Abbiamo recensito per voi CTRL-Z vol. 1: Greyscale, fumetto comico, romantico e fantastico di Alessandra Patanè

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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A Hugo Viennese, ventunenne universitario di una non specificata località, va tutto male. Il problema è che è uno sfigato, uno di quelli per cui sembrano essere state create le leggi di Murphy. Le situazioni della sua vita si inseguono stancamente in una serie di dimostrazioni di scarso tempismo, decisioni poco accorte, sfortune generiche e apparentemente casuali, disavventure in ogni campo dell'applicazione del corpo e dello spirito. Una splendida ragazza è innamorata di lui, ma è un'adolescente e un tiranno. E lui non vuole saperne. Suona la chitarra, ma non ha la stoffa per avere successo. Il professore di informatica lo odia. Cade, inciampa, cade di nuovo. Prende pallonate. Non sa fare a pugni. Incarna il tipico nerd.

Il problema fondamentale di Hugo non è tanto il fatto di avere sfortuna, quanto di sentirsi uno sfigato. Diciamo che non ne può più. Anche se non ne è consapevole. Dopo l'ennesimo fallimento, infatti, ha iniziato ad incappare in una serie di volantini, manifesti, cartelloni pubblicitari che fanno promozione a una nuova applicazione da smartphone. Si chiama Changce, un nome quasi impronunciabile che fonde le parole inglesi che stanno per "possibilità" e "cambiamento". In effetti, l'applicazione sembra promettere entrambe le cose: possibilità di dare una svolta alla propria vita e cambiamento di status. Mai più sfigati. Ma solo un pazzo crederebbe a queste fesserie parapsicologiche da disperati all'ultimo stadio, vero?

Peccato che, chissà come, Hugo si ritrovi l'applicazione in questione installata sul telefono e sia destinato a scoprire che non si tratta affatto di una truffa. Il cambiamento promesso è reale, anche se non è detto che sia positivo. L'app, consente infatti di cancellare come per magia l'ultima azione svolta, di tornare indietro di uno scampolo di tempo, annullare un errore compiuto e ricominciare da dove si era sbagliato. Proprio come quando si digita CTRL-Z sulla tastiera, per annullare l'ultima digitazione in un file. Che potere meraviglioso, se si sa cosa farne, se non se ne abusa, se si ha un obiettivo sano e sensato in mente! Ce l'ha Hugo, perdigiorno dalle direzioni confuse e dalle idee non proprio chiarissime? Lo scopriranno i lettori di CTRL-Z vol. 1 Gresyscale, di Alessandra Patanè, in arte Alyah.

Quel che si troveranno di fronte è una storia confezionata in stile manga, con influenze visive nostrane. I ritmi narrativi e i tempi comici sono proprio quelli tipici del classico fumetto giapponese da commedia romantica, con il protagonista imbranato di turno, fatalmente indirizzato a un percorso di formazione, guidato da un cast di comprimari anch'esso da manuale e dall'elemento magico che fa da idea di base della trama. Elemento tecnologico fantascientifico, in questo caso, se vogliamo. Il tutto confezionato con perizia e con affetto. Lo stile della Patanè non è privo di elementi originali, che non si appiattiscono sull'omaggio pedissequo a qualche mangaka famoso, ma rimangono abbastanza riconoscibili.

Toni leggeri, quindi, per un fumetto di intrattenimento totale, che fa tanti riferimenti alla realtà dei giovani e degli adolescenti moderni, alla cultura popolare che condividono, citando i Pokémon come il sottobosco dei videogiocatori a cui si allude a più riprese. L'ambientazione rimane volutamente sospesa, senza connotazioni geografiche precise e senza alcun riferimento certo su cui prendere le misure.

Non ci ha strappato risate a crepapelle, CTRL-Z, ma è decisamente un lavoro ben fatto, con un pregio in particolare: già da questo primo volumetto (di tre), dimostra di non avere alcun moralismo. E non per il fatto che qua e là si lasci andare a qualche parolaccia, per altro senza mai risultare troppo volgare. Si tratta dell'etica e del ruolo di alcuni personaggi, invece, che rimane incerto, ancora da stabilire.

Eliantho, la giovanissima innamorata del protagonista, ne è l'esempio. Quando pensi di averla inquadrata, di aver capito qual è la sua funzione nella storia e nella vita di Hugo, ecco che ti spiazza. Un elemento sempre interessante in una narrazione, che lascia sperare in altre sorprese e in una vicenda non banale, per contenuti e atteggiamento di conduzione.

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