Crysis Remastered Trilogy, il ritorno della Nanotuta | Recensione
Dopo aver ripercorso le gesta dei tre guerrieri in Nanotuta, siamo finalmente pronti per parlarvi di Crysis Remastered Trilogy
I ragazzi di Crytek avevano già dimostrato di saperci fare con il primo Far Cry prodotto da Ubisoft, ma è con il primo capitolo dedicato al soldato in Nanotuta che il team fece davvero il salto di qualità. Un salto che rese famoso Cryisis anche sul web, spingendo centinaia di migliaia di persone a costruire il proprio PC con lo scopo di far funzionare il gioco al massimo delle sue possibilità.
Ma basteranno alcune buone idee e un comparto tecnico rinnovato per rivaleggiare con i nuovi concorrenti che si sono fatti strada negli ultimi anni?
Da un punto di vista narrativo, questa trilogia si presenta ben più coesa di quanto ci si potesse ricordare. Come spesso accade tra un capitolo e il suo sequel, la trama parte da un evento circoscritto, per poi mutare in un conflitto su scala globale. Ecco che la missione segreta ambientata tra le isole Lingshan è quindi costretta a cedere il passo all’invasione aliena di New York. Il tutto è poi pronto a degenerare nuovamente nel terzo episodio, ambientato 24 anni dopo le avventure di Alcatraz in Crysis 2.
Ognuno dei tre giochi vanta un cast comune, ma ci permette di utilizzare personaggi differenti. Evitiamo i riferimenti a Crysis 3 per non danneggiare alcuni colpi di scena dei capitoli precedenti, ma vi garantiamo che la trama riesce a conquistare già dal secondo atto del primo episodio. Quando si riesce a entrare nel mondo futuristico ideato da Crytek, infatti, si riesce persino ad affezionarsi a personaggi che, su carta, sarebbero poco lontani dai semplici soldati. Eppure, nonostante la guerra di sfondo faccia da ponte per tutti gli eventi, sono proprio i tre protagonisti a lasciare il segno. Nulla di davvero esaltante, sia chiaro, ma considerando che la trama è il “punto debole” delle tre produzioni, possiamo dirci assolutamente soddisfatti del risultato finale.
I tre episodi che compongono la serie, come accennato poche righe più sopra, si fondono alla perfezione tra di loro. Una fusione che, a distanza di anni, dimostra come la software house tedesca sia riuscita a creare un prodotto unico, ma allo stesso tempo perfettamente fruibile di capitolo in capitolo.
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Quando uscì nel 2007, il gameplay di Crysis mescolava uno shooting senza nessuna innovazione a una gestione della Nanotuta davvero interessante. Il giocatore, infatti, poteva scegliere se effettuare grandi balzi, indurire la propria pelle, diventare invisibile o attivare la super forza. Ognuna di queste azioni riduceva l’apposita barra dell’energia, obbligando l’utente a ponderare con attenzione le proprie azioni. Il risultato era (ed è) un titolo dall'approccio sandbox davvero riuscito, in grado di dare totale libertà al giocatore su come affrontare le varie situazioni.
Il secondo capitolo, purtroppo, viene ricordato come il peggiore dei tre. Un po’ a causa del lato tecnico che, per quanto buono, dovette scendere a compromessi con il mercato delle console. Un po’ per il level design, nettamente inferiore a quanto visto nelle isole delle Filippine del primo episodio. Nonostante ciò, Crysis 2 funziona ancora molto bene e perfeziona alcuni elementi di shooting e di gestione della Nanotuta visti in precedenza. Un “passo falso” necessario, se si pensa a quanto realizzato con la terza iterazione della serie.
Crysis 3, infatti, è la perfetta fusione dei primi due episodi. Un titolo completo, vario e tecnicamente imponente. Ritornano le meccaniche sandbox e l’armatura fa il dovuto balzo in avanti, fondendosi appieno con il gameplay. L’implementazione dell’arco è la giusta ciliegina sulla torta di un titolo che, ancora oggi, riesce a stupire sotto il punto di vista tecnico.
Proprio del lato tecnico di questa Crysis Remastered Trilogy, infatti, non possiamo minimamente lamentarci. I tre titoli reggono bene ancora oggi, dimostrando la bravura dei ragazzi di Crytek e degli studi di outsourcing da loro utilizzati, tra i quali spicca l’ottimo team di Airship Interactive. I modelli dei personaggi sono stati rilavorati e le texture nettamente migliorate. A questo viene in aiuto anche un supporto al 4K, ai 60 fotogrammi al secondo e al ray tracing. Il succitato terzo capitolo, in questo modo, può essere facilmente paragonato ad alcune produzioni recenti. Un risultato che, a quasi dieci anni di distanza, non può che lasciare a bocca aperta.
A questo si aggiunge una colonna sonora degna del più grande blockbuster di Hollywood. Un tripudio che mescola tracce epiche a un sound design davvero curato, in grado di avvolgere e affascinare chiunque decida di affrontare i tre titoli con le cuffie o un buon sistema audio.
Come avete potuto leggere nella nostra recensione, Crysis Remastered Trilogy è un tris di giochi molto più interessante di quanto ci si potesse aspettare. L’ottimo lavoro di aggiornamento estetico si fonde con una narrazione che, a distanza di anni, ci è sembrata ancora più unita e solida. Insomma: se state cercando un FPS dal taglio moderno e con una notevole componente estetica, la saga di Crytek è davvero quello che fa per voi. Segnaliamo, infine, che coloro che volessero acquistare solo uno dei tre capitoli, è possibile scaricarli anche singolarmente dai vari store digitali. Il nostro consiglio, comunque, è quello di mettere mano all’intera trilogia, per apprezzare l’evoluzione del franchise sotto tutti i punti di vista.