Crazy Machines 3, il simulatore di trappole alla Wile E. Coyote - Recensione
Effetti domino e reazioni a catena come se non ci fosse un domani: la recensione di Crazy Machines 3
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Crazy Machines 3, ennesima iterazione di una saga nota solo agli affezionati, per certi versi vi fa vestire i panni dello sfortunato Willy E. Coyote, sempre alle prese con intricatissime (e inefficaci) trappole con cui finalmente catturare il gustosissimo (almeno all’apparenza) e velocissimo pennuto oggetto dei suoi sogni più lieti.
Si tratta, in soldoni, di un puzzle game in cui dovrete completare meccanismi già parzialmente messi a punto, al fine di mandare una pallina in buca, aprire un garage, lanciare un pupazzo nello spazio e così via. Ogni schema vi permette di osservare da diversi punti di vista i pezzi già sul campo, schierando nella parte sinistra dello schermo quelli che mancano all’appello.
Una specifica barra posizionata nella parte inferiore riavvolge il tempo, concedendo all’utente un numero praticamente infinito di tentativi con cui completare il puzzle di turno.
Al di là di una cronica e fastidiosa imprecisione di alcuni comandi, soprattutto quelli relativi alla gestione della telecamera, Crazy Machines 3 riesce nell’arduo compito di non risultare mai frustrante, nonostante una curva di difficoltà mal calibrata. Certi livelli, spacciati per elementari, vi impegneranno ben più di altri raggruppati invece sotto la voce “difficili”, ma molto dipende anche dal tipo di intelligenza di cui è dotato l’utente di turno.
Il level design, difatti, è vario al punto da giocare con un notevole numero di oggetti differenti, dando vita a meccaniche di gameplay che coinvolgono diverse forze fisiche. Oltre ai palloncini che volano verso l’altro, ci saranno anche raggi laser, pale eoliche e fulmini, tutti con i loro effetti collaterali di cui tenere conto per risolvere il puzzle.
Naturalmente, tutto avrebbe poco senso se non ci fosse un buon motore fisico a sorreggere l’intera esperienza. In questo senso, non si può che essere soddisfatti, visto il (relativo) realismo con cui ogni elemento si muove sullo schermo, rispettando tutti i principi della termodinamica.
[caption id="attachment_163802" align="aligncenter" width="600"] Il gioco funziona alla grande quando si coinvolgono diversi amici nella risoluzione degli enigmi. I brainstorming sono efficacissimi per trovare velocemente il modo per avere la meglio sul puzzle di turno.[/caption]
Ne viene fuori un gioco fondamentalmente consigliato agli appassionati del genere, consapevoli, tra l’altro, del fatto che le fortune di Crazy Machines 3 dipenderanno molto anche dal supporto e apporto che la community garantirà in futuro. L’ottantina di livelli, che compongono la campagna principale, sono più che sufficienti per garantire sei, sette ore al massimo di intrattenimento. Dopo toccherà darsi da fare con il potentissimo editor con cui creare i rompicapi (e meccanismi) dei propri sogni. Il workshop di Steam, a ben vedere, è già pieno di livelli extra, facilmente scaricabili e giocabili nel giro di qualche click. In certi casi si tratta di ignobili esperimenti di qualche utente senza alcuna nozione di game design, ma con un pizzico di fortuna, qualche buona sfida la si trova.
Un po’ come fu per Little Big Planet, insomma, anche il destino di Crazy Machines 3 dipenderà molto dall’interesse dell’aspirante acquirente nel creare nuovi livelli e dall’impegno profuso dalla community nella proposizione di enigmi inediti.
La creatura di Fakt Software ha il suo perché, ma il grande pubblico resterà assolutamente indifferente verso un gioco già di per sé particolare, il cui futuro è legato a doppio filo dalle proposte degli utenti stessi.