Cosplay Killer, la recensione

Abbiamo recensito per voi Cosplay Killer di Maurizio Ricci, Luca Blengino, Alessandro Germani e Antonello Cosentino

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Il catalogo di Edizioni Inkiostro non è caratterizzato solo da titoli seriali, ma anche da graphic novel e all'ultima Lucca Comics & Games - insieme a I mostri non vivono solo nel buio - è stata presentata un'opera perfetta per il contesto della fiera toscana: Cosplay Killer.

Come noto, il fenomeno dei cosplayer nasce all'inizio del XXI Secolo in Giappone. Il termine è la contrazione delle parole inglesi costume e player e identifica quella categoria di appassionati di opere di finzione che amano calarsi totalmente nelle vesti dei loro personaggi preferiti, realizzando da sé e con estrema cura gli indumenti da indossare. Da allora invadono con la loro presenza allegra e colorata le fiere del fumetto di tutto il mondo.

Eppure c'è qualcuno che non li sopporta al punto di farne scempio, come il giovane protagonista di questo volume scritto da Maurizio Ricci e Luca Blengino per i disegni di Alessandro Germani e Antonello Cosentino. La sanguinolenta copertina di Cosplay Killer, inoltre, è firmata dal tratto unico di Mirka Andolfo.

Il protagonista, grande lettore e conoscitore della Nona Arte, tiene a precisare che, nonostante sia conscio di essere un omicida seriale, ciò non è dovuto a nessuna problematica familiare o trauma adolescenziale; a nessuno degli psicologismi con cui di solito si spiega il comportamento di un maniaco assassino. La sua è una vera e propria missione, spiega nel prosieguo della storia, suddivisa in tre atti, sospinta da un nobile movente che lo giustifica nel massacrare senza pietà chiunque anche solo provi a mascherarsi.

Cosplay Killer è una travolgente commedia noir - o meglio horror - modulata su un sottile tono di umorismo nero, sarcasmo e in cui lo splatter regna sovrano. Il soggetto, davvero interessante e originale, di Maurizio Ricci e Luca Blengino è sviluppato con bravura e sapienza su una sceneggiatura moderna e tavole da una gabbia se non libera, comunque impostata su uno schema assai flessibile e funzionale al racconto.

Se nei primi due capitoli lo stile di narrazione di Ricci è più ironico e leggero - così come il segno di Germani, dalle sfumature cartoonesche - quello di Blengino è più serio e drammatico, ideale per l'evolversi della storia. La regia delle tavole di Cosentino, poi, è un susseguirsi di situazioni paradossali, un crescendo elettrizzante che conduce a un finale imprevedibile.

Questo cartonato è un'ulteriore conferma che Rossano Piccioni non è soltanto un autore, ma un editore di qualità, capace di imprimere ai suoi prodotti una sorta di pedigree inconfondibile.

Continua a leggere su BadTaste