Cosmic Sin, la recensione
Cosmic Sin di Edward Drake è uno sci-fi goffo, scritto male e privo di ogni possibile qualità filmica
C'è un solo concetto che passa in modo inequivocabile dal volto mono-espressivo di Bruce Willis in Cosmic Sin, detto a denti stretti in un misto tra la noia e la consapevolezza di averne vista una più del diavolo. Suona più o meno come "ditemi cosa devo fare che voglio tornare a farmi gli affari miei" ed è la battuta iniziale del suo personaggio, un soldato spaziale del 2524 che per qualche motivo (mai approfondito) è stato degradato, mentre accetta la proposta di andare a menare un po’ di alieni nel loro pianeta. Ma, sfortunatamente per il regista Edward Drake, quella battuta sembra essere anche lo stato d’animo che ha convinto Bruce Willis ad accettare il ruolo per questo film, uno sci-fi talmente goffo, scritto male e privo di ogni possibile qualità filmica che l’unico momento in cui soddisfa è quando, finalmente, iniziano i titoli di coda.
Essendo la storia intellegibile, si potrebbe allora sperare nella qualità dell’apparato estetico, visivo. E invece Cosmic Sin è un disastro pure da questo punto di vista. Dietro a esso non c’è un vero pensiero sull’aspetto o sul funzionamento del mondo immaginario che racconta: ogni elemento che passa davanti la febbricitante macchina da presa di Edward Drake sembra essere stato scelto perché di vaga ispirazione futurista o fantascientifica. In questo modo tutto sembra irrimediabilmente finto, posticcio, oltre ad avere la palese consistenza della plastica. I costumi sembra siano stati portati da casa dagli attori: c’è chi va nello spazio con la camicia di flanella, chi con la giacca di pelle, chi con il parka. Solo alcuni, come ovviamente Bruce Willis e il comprimario Frank Grillo, si meritano però l’armatura spaziale. C’è poi la fotografia, che sovraespone i volti creando fastidiose chiazze, e che illumina allo stesso modo sia le sequenze sulla terra che quelle sul pianeta alieno, facendoli sembrare lo stesso posto. Nemmeno gli effetti speciali aiutano in questo senso, sembrando presi da una galleria di effetti pre-impostati di un software di editing video. La cosa più fastidiosa è però il sonoro, un’unica pasta di rumore che tra dialoghi, spari e qualsiasi altro suono non fa differenza, un magma sonoro che perseguita e tortura le orecchie per tutto il tempo e che rende impossibile capire cosa dicono i personaggi (un altro motivo per cui non si capisce la storia).
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