Corto Maltese: Sotto il sole di mezzanotte, la recensione
Abbiamo recensito per voi il nuovo inedito di Corto Maltese firmato da Juan Diaz Canales e Ruben Pellejero: Sotto il sole di mezzanotte
Caporedattore, ex grafico e illustratore, appassionato di tutto ciò che è narrazione per immagini.
A cura di Nicolò Carboni.
Hugo Pratt, che Corto Maltese l’ha creato, scritto e disegnato, invece, ci ha lasciati nel 1995 dopo averci raccontato 29 avventure con protagonista il gentiluomo di fortuna.
Sotto il sole di mezzanotte non prosegue le avventure di Corto dopo l’onirico racconto di Mu: la vicenda immaginata dai due autori spagnoli si pone negli anni ’10 del XX secolo, durante la corsa all’oro canadese (la stessa che, su altre pagine e con altri inchiostri, vivrà pure Paperon de Paperoni).
Sostanzialmente siamo dopo La Ballata del Mare Salato ma prima del Segreto di Tristan Bantam qualora si volesse inserire l’opera nel quadro complessivo delle avventure di Corto. La scrittura di Canales ci immerge subito in una vicenda dalle fortissime tinte prattiane, il nostro marinaio riceve una lettera dal suo amico Jack London (si, quello di Zanna Bianca) che lo prega di recarsi nel suo cottage in Alaska ma il viaggio si rivelerà molto più impegnativo del previsto, fra tensioni razziali, dispute di confine e la surreale luce che, nei mesi estivi, non scende mai sotto l’orizzonte.
L’autore, forse per devozione al maestro, forse per timore di scontentare i fan non cerca mai di costruire una sua visione del personaggio. Il Corto di Sotto il sole di mezzanotte è quello che conosciamo: ironico, distaccato ma con tenerezza, anarchico. Pratt in un’intervista aveva detto di aver apprezzato il lavoro fatto da Frank Miller in Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, auspicando che qualcuno potesse, un giorno, decostruire anche il suo Corto Maltese. Canales e Pellejero, invece, hanno scelto una via molto più classica, concedendosi qualcosa solo molto avanti nel volume, come se, nelle pagine precedenti, avessero voluto prendere le misure di un personaggio tanto impegnativo.
Il tratto di Pellejero, pur recuperando le linee di Pratt, concede molto al fumetto moderno: gli sfondi, soprattutto quelli naturali, sono molto più dettagliati di quelli disegnati dal maestro veneziano e la costruzione delle vignette appare meno rigida. Se il Corto Maltese “classico” è una sorta di romanzo d’appendice a fumetti, questo nuovo episodio si avvicina più per scelte stilistiche, composizione e immagini a una serie televisiva moderna.
Le lunghissime didascalie prattiane e le vignette occupate per due terzi dal fumetto spariscono quasi del tutto per lasciare spazio a un racconto visivo che — senza raggiungere gli eccessi del fumetto francese contemporaneo — risulta molto più moderno pur rinunciando a una certa dimensione onirica (in questo senso le pagine finali di Mu e le allucinazioni fungine delle Elvetiche sono inarrivabili). Spariscono quasi del tutto pure le digressioni esoteriche e i riferimenti alle varie vie occulte di cui Pratt era un indiscusso conoscitore. Iscritto alla Gran Loggia d’Italia e fine studioso di alchimia, cabala e leggende celtiche, il maestro riusciva a riempire le sue opere di riferimenti più o meno espliciti (l’incontro con Ipazia in Favola di Venezia per esempio o il personaggio di Bocca Dorata nei viaggi caraibici), regalando al lettore frammenti di una conoscenza antica e non alla portata di tutti. Pellejero e Canales non hanno la stessa erudizione e, per questo motivo, l’avventura nordamericana di Corto risulta un’ottima graphic novel d’avventura ma non recupera del tutto la lezione di Hugo Pratt. L’operazione messa in piedi da Casterman e Rizzoli funziona fintantoché ci si limita alla mimesi letteraria: Sotto il sole di mezzanotte è perfetto come omaggio ma non convince fino in fondo perché Pellejero e Canales non sono Corto, lo rispettano ma non riescono a viverlo come un loro personaggio. Pratt, che il mondo l’aveva girato per davvero ha modellato il suo alter ego scolpendolo nei ricordi di una vita passata sempre in viaggio, con un padre inglese morto giovanissimo e una madre marrana a sua volta figlia di poeti.
Umberto Eco ama dire che per rilassarsi legge Hegel e per riflettere Pratt, ecco, forse quest’avventura nevosa di Corto è un divertissement ma rimane in competizione con Hegel, non con altro.