Cop Secret, la recensione | Locarno74
Un terrorista attanaglia la città e sulle sue tracce ci sono i due poliziotti migliori, su questa base Cop Secret cerca di sovvertire quasi tutto
È probabile che sia la prima volta in assoluto che qualcuno dice “Nessuno è innocente in questa città dimenticata da Dio” riferendosi a Reykjavík, capitale dell’Islanda. In Cop Secret è la prima di una lunga serie di gag perfette che centrano l’umorismo giusto delle parodie contemporanee, quelle che invece di sovvertire le regole del genere o di svelarne la natura di artificio e finzione (come si faceva una volta) le cavalcano troppo, aderiscono così smaccatamente agli stilemi classici da diventare paradossali, specie quando qualcosa di perduto, criminale e spietato avviene a Reykjavík.
Se i due protagonisti sono quasi consci di vivere in un film, il resto del mondo intorno a loro non segue le regole del cinema. Da questo semplice contrasto nasce l’umorismo del film, e come se non bastasse da metà in poi Cop Secret introduce anche un ribaltamento del gender associato al cinema d’azione poliziesco, per complicare le acque e fare parodia ad un livello diverso.
Ovviamente Cop Secret finirà durante un’importante partita di calcio (della nazionale femminile però) e in maniera meno scontata creerà un’unione sia divertente che significativa tra i suoi due buddy cop.