Contagious, la recensione

Prevedibilmente piegato tutto quanto sul suo insolito protagonista, Contagious trova nel solo Schwarzenegger una ragione per essere guardato

Critico e giornalista cinematografico


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La sceneggiatura di Contagious era in giro da diversi anni quando Henry Hobson ha deciso di farne un film, forse è anche per questo che i suoi punti di forza sono già presenti in altri film: Life after Beth sembra una versione comica del medesimo principio alla base di questo film, mentre il look e le atmosfere sembrano prese da Last of us. Forse anche per questo Hobson ha puntato sulla scelta anticonvenzionale di Arnold Schwarzenegger in un ruolo non solo drammatico, ma il cui dramma è centrale alla riuscita del film. La storia di Contagious infatti non è tanto quella di una ragazza che lentamente sta diventando una zombie e non ci può fare nulla, quanto quella di un padre che non può fare nulla per evitare tutto ciò e deve venire a patti con la lenta ed inevitabile morte di una figlia.

La vecchia storia dell'assistere alla morte di una persona rinfrescata dall'ambientazione zombie.

Ovviamente non ci sono dubbi sul valore di "marketing" del ruolo serio e impegnato di Schwarzenegger, tuttavia è innegabile quanto questo personaggio metta in risalto la caratteristica che gli ha dato il successo e a cui ci eravamo troppo abituati, ovvero la sua presenza. Hobson non si impegna molto per rendere Contagious un film imperdibile, non riesce a condire di eventi in grado di mantenere alta l'attenzione questo lento decadere di una vita, tuttavia la presenza sullo schermo di Schwarzenegger è magnetica. Una volta superato l'empasse di scoprirlo serio e impegnato (non è un dio della recitazione, lo sappiamo, ma ha una credibilità che il resto della sua produzione nasconde) l'ex governatore si impone con i silenzi e gli sguardi, utilizza il suo corpo grosso e ingombrante in grado di riempire le inquadrature, per dare ritmo alla storia. Se è facile stufarsi di una trama che non avanza, non se ne ha mai abbastanza di quest'uomo ombroso e distrutto dalla più ferale delle notizie.

Invece che lavorare di espressioni e sguardi, il suo personaggio funziona grazie ai movimenti, alla postura. Quel corpo abbacchiato che si muove in ambienti bui o esterni plumbei è l'elemento che funziona meglio di tutto il film, una versione grigia e dimessa dell'attore dotato di un corpo perfetto per esprimere la potenza e quindi la vitalità, qui sorprendentemente adatto a trasmettere i toni del tramonto.

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