Constellation (stagione 1), la recensione
Constellation è un thriller psicologico con elementi sci-fi estremamente interessante e ricco di colpi di scena
La recensione della stagione 1 di Constellation, disponibile su Apple TV+
Negli scorsi giorni ci siamo quindi tuffati tra le stelle e le dimensioni per assaporare la prima stagione di Constellation. Sono bastati i titoli di testa per sentirci subito a casa. Lo show in questione è stato creato da Peter Harness, uno degli sceneggiatori migliori ad aver lavorato sull’iterazione di Doctor Who interpretata da Peter Capaldi e autore anche dell’ottima miniserie “La guerra dei mondi”, tratta dall’omonimo romanzo di Wells. Insomma: Harness è un autore che ha dimostrato di padroneggiare il genere fantascientifico, tranquillizzandoci e permettendoci di cominciare Constellation con ulteriore tranquillità.
DUALISMO
La trama di Constellation si apre a bordo di una stazione spaziale, dove cinque astronauti continuano le proprie ricerche. Tra questi troviamo Johanna “Jo” Ericsson, una donna che nel seguire il suo lavoro ha lasciato sulla Terra sua figlia Alice e suo marito Magnus. Proprio durante una chiamata con la bambina, qualcosa colpisce la stazione, uccidendo un membro dell’equipaggio e costringendo gli altri a un rapido rientro a casa. Peccato, però, che non tutti possano entrare in un singolo modulo Soyuz, situazione che “obbliga” Johanna a rimanere nello spazio per tentare di aggiustare un’altra capsula di rientro. Una mossa estremamente pericolosa, soprattutto se associata alle inquietanti visioni che cominciano presto ad aleggiare nella mente dell’astronauta. Visioni che potrebbero essere legate al CAL, un misterioso esperimento scientifico di grande importanza per la NASA.
Quanto descritto è solo un accenno di ciò che troverete in Constellation, ma preferiamo evitare di entrare nel dettaglio per non rovinare quelli che per poi sono stati dei colpi di scena. L’opera ideata e scritta da Peter Harness è a tutti gli effetti un thriller psicologico con elementi sci-fi, ma dedica diverse scene anche per lavorare sui rapporti umani. Ci siamo trovati sinceramente coinvolti dall’amore provato dalla protagonista nei confronti della propria figlia: un amore puro, uno di quelli che ti fa fare qualsiasi cosa pur di non perderlo.
Nonostante questa cura per la psicologia dei personaggi, è innegabile però che il fascino maggiore della serie TV stia nel mettere insieme tutti i tasselli di un mosaico estremamente complesso che, se non si presta adeguata attenzione, potrebbe persino risultare incomprensibile al pubblico. Constellation non è una serie “semplice” e gioca con il tempo e lo spazio per destabilizzare continuamente lo spettatore. Una sensazione piacevole, che ha tenuto attive le nostre sinapsi, tenendoci incollati allo schermo per capire ogni singolo dettaglio di una sceneggiatura di ottimo livello. Segnaliamo giusto qualche calo di ritmo in alcune puntate, ma si tratta veramente di sfumature nel mezzo di un quadro generale tanto curato.
LA COERENZA DI UN OTTIMO CAST
Come abbiamo già segnalato in apertura, la presenza di Noomi Rapace è stata una delle motivazioni per cui ci siamo avvicinati a Constellation. L’attrice famosa per il ruolo di Lisbeth Salander nell’adattamento cinematografico della trilogia di romanzi “Millenium” riesce a portare in scena tutti i drammi di una madre sempre più lontana dalla propria figlia. Una lontananza presente anche quando le due si tengono per mano. Negli occhi della sua Johanna Ericsson possiamo vedere lo smarrimento e la paura per una situazione all’apparenza folle, ma anche la determinazione nel voler tornare alla sua vita di prima. Una forza della natura, trasmessa dal carisma dell’attrice svedese.
Ad affiancare Noomi Rapace troviamo un altro paio di attori di altissimo livello: Jonathan Banks (Breaking Bad, Community) e James D’Arcy (Cloud Atlas, Oppenheimer). Il primo dimostra per l’ennesima volta un’energia travolgente e, puntata dopo puntata, il suo Henry Caldera diventa un personaggio sempre più interessante e fondamentale nella narrazione. Il secondo, che interpreta il marito di Johanna, riesce a dar vita a un paio di momenti emotivamente molto forti, recitando anche solo con lo sguardo e dimostrando per l’ennesima volta le capacità dell’attore inglese.
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Il pregio maggiore del casting di Constellation è però “la coerenza": gran parte della storia è ambientata in Svezia e questo è evidente anche dai volti degli attori (primari o secondari che siano) coinvolti nel racconto. Questa precisa scelta, combinata con una fotografia immersiva e un setting estremamente affascinante, rendono la serie ideata da Peter Harness una piccola perla che non dimenticherete tanto facilmente.
Constellation è una serie che punta tutto sulla sceneggiatura e sui personaggi che si trovano a vivere questa misteriosa avventura. Non ci sono effetti speciali roboanti o scene d’azione al cardiopalma, ma inquadrature raffinate e continui colpi di scena. Insomma: Constellation è una serie TV di qualità, che speriamo possa essere espansa presto con una seconda stagione. L’ennesima conferma della bontà del catalogo Apple, in costante espansione e sempre più ricco di opere imperdibili.
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