Conan the Barbarian: Exodus #1, la recensione

Conan the Barbarian: Exodus è l'appassionata lettera d'amore di Esad Ribić per un personaggio che ha segnato l'immaginario mondiale

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Conan The Barbarian: Exodus #1, anteprima 01

Il legame conflittuale tra Uomo e Natura è alla base della nostra esperienza collettiva di specie. Da sempre, gli esseri umani cercano un modo per tracciare una linea di demarcazione che li separi dalla natura, trasformando attraverso la propria cultura il territorio che li circonda. In questo modo, l'umanità ha potuto procacciarsi del cibo, costruirsi un tetto sulla testa e iniziare a compiere gli immensi balzi che hanno caratterizzato la sua linea evolutiva. Le storie, dai racconti attorno al fuoco dei cavernicoli in poi, sono ricche di contenuti simili: scontri con bestie selvagge, conflitti con gli agenti atmosferici e, più in generale, qualsiasi prova che abbia portato l'uomo a confrontarsi con i propri limiti, entrando nel territorio sconosciuto dell'ignoto, dove il pericolo e la morte sono dietro l'angolo. In tal senso, Conan the Barbarian: Exodus #1, di Esad Ribic, one-shot pubblicato la scorsa settimana dalla Marvel negli Stati Uniti, è un ottimo manifesto del racconto di frontiera, in cui un uomo sfida apertamente il mondo che lo circonda, per progredire verso un nuovo status quo.

Tra tanti personaggi letterari, Conan il Barbaro gode sicuramente di un posto d'onore: creato da Robert E. Howard nel 1932, la sua storia editoriale è stata quantomeno travagliata. Com'è noto, purtroppo, il ciclo pubblicato dall'autore su Weird Tales si è prematuramente esaurito nell'arco di quattro anni, a causa della sua morte. Dopo Howard, considerando anche le opere pubblicate postume, molti autori dei diversi media hanno provato ad approcciarsi al personaggio: talvolta rispettandone i principi base, altre riscrivendolo interamente, fino ai giorni nostri.

Ribić, dunque, è solo l'ultimo in ordine di tempo ad aver realizzato (canonicamente, visto che i diritti sono tornati da poco alla Casa delle Idee) una propria versione del personaggio proveniente dall'Era Hyboriana. Fin dalle prime pagine dell'albo, il "suo" Conan appare carismatico e iconico, nonostante si tratti di una versione giovanile e "muta". Questa storia, infatti, segna una sorta di rito di passaggio verso l'età adulta: il Cimmero ha quindici inverni alle spalle e abbandona la casa natale per addentrarsi nelle terre selvagge, dove proverà a sopravvivere alle intemperie, agli sconti con le belve selvagge e ai contatti con i suoi simili.

"Un'epica dal sapore mitologico che vede un singolo uomo ancora inesperto affrontare un mondo cattivo e spietato."Partendo da questa idea tanto semplice quanto efficace, il fumettista croato dipinge un'epica dal sapore mitologico che vede un singolo uomo ancora inesperto affrontare un mondo cattivo e spietato. Come sempre quando si parla di Ribić, ciò che colpisce è l'utilizzo del pennello come strumento narrativo: le palette calde e fredde si compenetrano tra loro creando delle atmosfere a metà tra il sogno di paesaggi lontani e la dura realtà delle ferite inflitte all'eroe. Gli sguardi di uomini e animali si somigliano, perché sono tutti in cerca di una sola cosa: la sopravvivenza. Infine, nonostante sia facile pensare alle tavole dipinte come a oggetti statici, l'autore riesce a mantenere sempre soddisfacente la dinamica degli scontri e la fluidità degli spostamenti del protagonista.

Per buona parte del fumetto, non ci sono dialoghi e, quando sono presenti, il loro utilizzo all'interno della narrazione resta coerente con quel silenzio e quell'incomunicabilità tra specie che ha fatto da padrone sulle altre tavole. Quelle con protagonista Conan sono avventure in senso lato, delle storie di frontiera che hanno offerto alla letteratura moderna degli ottimi spunti di riflessione. Exodus non fa eccezione: nonostante si tratti di un albo di sole ventisei pagine, la storia è ricca di azione e colpi di scena, fino a un epilogo perfettamente in linea con lo spirito dell'eroe.

Con Conan the Barbarian: Exodus #1, Ribić e la Marvel hanno chiaramente fatto centro, senza inutili fronzoli e orpelli, offrendo ai lettori la possibilità di leggere un caloroso e ben riuscito atto d'amore verso un eroe che ha segnato (e continua a segnare) l'immaginario collettivo.

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