Conan il Cimmero vol. 7: Chiodi rossi, la recensione
Chiodi rossi è una delle storie più violente di Conan, adattata brillantemente in una collana che rende giustizia alla creatura di Howard
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Chiodi rossi è l’ultimo racconto realizzato da Robert E. Howard incentrato sulla figura di Conan, pubblicato postuma sulle pagine di Weird Tales. Il settimo volume della collana Conan il Cimmero, edita in Italia da Star Comics, è dedicato a quest’avventura, una delle più brutali mai concepite per il personaggio. L’adattamento è firmato da Régis Hautière, Olivier Vatine, che si occupano della sceneggiatura e dello storyboard, e da Didier Cassegrain, autore di una prova superlativa al tavolo da disegno.
Mettendo a confronto questo volume con tutti quelli fin qui pubblicati dall’editore perugino, appare subito evidente come ogni aspetto della poetica howardiana venga esasperato fino a raggiungere il parossismo, a partire dalle tematiche sociali: la civiltà tratteggiata da Howard – e ripresa da Hautière nel volume – porta in scena tutto quello contro cui lo scrittore americano si è sempre scagliato, ovvero vizi, corruzione, degenerazione dei costumi. Come già successo in occasione di Oltre il fiume nero, anche in questo caso il “selvaggio” Conan è l’antagonista, incarnando con i suoi modi principi quali coraggio, altruismo e umanità. Mai come in questo caso abbiamo trovato una riflessione così cinica e acuta sulla società dell’autore.
Naturalmente, non manca la componente action, esaltata con tumultuose scene di scontro e sesso che rendono l’esperienza a tratti disturbante, decisamente destinate a un pubblico maturo. Nell’adattare questo racconto, dunque, Hautière decide di puntare sugli aspetti più crudi della storia primigenia e imprimere loro una violenta accelerazione; il ritmo è incalzante, a tratti stordisce per l’eccessiva violenza con la quale ci viene presentata questa vicenda.
"Ogni pagina è ricca di dettagli e bisogna soffermarsi con grande attenzione per cogliere le tante finezze che rendono Chiodi rossi un volume imperdibile"Su tutto, però, emerge la prova di Cassegrain: l’autore francese è impeccabile nel definire sia scenari naturalistici mozzafiato, sia imponenti architetture e lugubri interni. Soprattutto in quest’ultimo aspetto, si avverte forte l’influenza di un maestro come Jean Giraud e la sua straordinaria capacità di condurci attraverso scenari fantasy di grande presa.
In questo tomo, Cassagrain fa sua la lezione di Moebius e la sfrutta per creare un mondo affascinante, che richiede più tempo per essere apprezzato: ogni pagina è ricca di dettagli e bisogna soffermarsi con grande attenzione per cogliere le tante finezze che rendono Chiodi rossi un volume imperdibile. Altrettanto accattivanti appaiono anche le colorazioni usate dal fumettista: non possiamo non notare la facilità e la maestria con cui si passa dai toni caldi delle battute iniziali, ambientati in una foresta, a quelli freddi e cupi del cuore della vicenda, in cui la luce è generata da poche fiaccole.
La brillante gestione delle singole parti unita alla ricercatezza del tratto e la sapiente regia fa sì che sfogliare le pagine di questo volume diventi un’esperienza altamente soddisfacente in grado di restituirci un personaggio nella sua espressione migliore, trasposto su carta con grande gusto e sensibilità.
Giunta alla sua settima uscita, non possiamo non applaudire con grande convinzione a una collana che rende giustizia al Cimmero.
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