Conan il Cimmero vol. 3: Oltre il fiume nero, la recensione

Abbiamo recensito per voi il terzo volume di Conan il Cimmero edito da Star Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Nella provincia di Conajohara, le popolazioni civilizzate hanno stanziato le proprie colonie spingendo i selvaggi Pitti al di là del fiume nero, ideale linea di confine tra questi due mondi così distanti. Molteplici sono le schermaglie tra i soldati di Valannus - tra le cui fila troviamo il mercenario Conan - e le tribù pittiane, con una condizione di equilibrio che sembra ormai essersi sedimentata. Qualcosa di inatteso, però, stravolge ogni cosa: una misteriosa figura, Zogar Sag, sembra essere riuscito a compiere un’opera incredibile fondendo magia e strategia politica, e ora è pronta a liberare definitivamente le terre dal giogo straniero.

Dopo i primi due volumi - La regina della costa nera, di Jean-David Morvan e Pierre Alary, e Colosso nero, di Vincent Brugeas e Ronan Toulhoat - Edizioni Star Comics presenta al pubblico italiano il terzo cartonato della collana Conan il Cimmero, contenente l’adattamento a fumetti di Oltre il fiume nero, diciassettesimo racconto scritto da Robert E. Howard per il celebre barbaro. Il team creativo artefice di questa riuscita storia a fumetti è composto da Mathieu Gabella (testi) e Anthony Jean (disegni e colori), i quali hanno saputo ricreare perfettamente le peculiarità dello scritto uscito originariamente nel 1935 sulle pagine della rivista Weird Tales.

Nella sua versione primigenia, oltre a essere uno dei punti più alti della produzione howardiana legata al personaggio, questa storia rappresenta il primo episodio in cui lo scrittore si allontana da situazioni divenute ormai familiari per portare in scena una sua personale lettura di un evento storico: la cacciata degli indiani dalle loro terre. Con grande sensibilità e rischiando di andare contro i suoi lettori, lo scrittore texano ha eliminato qualsiasi richiamo a sesso, corruzione del potere e degrado della società per mettere l'uno contro l'altro il mondo civile e quello barbaro.

Con grande intelligenza, Gabella riesce a cogliere questo aspetto fondamentale della storia e ad articolare sapientemente una vicenda in cui i due poli opposti si scontrano per la supremazia. Lungo le pagine di Oltre il fiume nero veniamo catapultati in un clima oscuro, enfatizzato dall’ambientazione per lo più silvestre; la foresta, in particolare, sembra prendere vita e diventare essa stessa un’entità malvagia che contribuisce a rendere la lettura ancora più opprimente.

In questo clima così crudo si stagliano le figure di Conan e Balthus, a incarnare le ideologie contrapposte. Il Conan di Gabella è un uomo ormai adulto, cinico nell’affrontare una situazione in cui il suo unico interesse sono i soldi. Amaro nei giudizi, il Cimmero si fa portavoce di un mondo - quello barbaro - che non vuole morire, superato da una società ormai proiettata verso un'esistenza civile e organizzata. Lo scontro punta a lasciar emergere il pensiero dell’autore, in bilico tra posizioni ora nichiliste, ora positiviste.

Ciò che rende questo adattamento davvero riuscito è però la grande prova offerta da Jean al tavolo da disegno: ogni pagina del volume trasuda suggestioni orrorifiche, in grado di trasmettere potenti emozioni e sconvolgere del lettore. Sempre dinamico, il disegnatore francese sublima con maestria la brutalità della vicenda, consegnandoci pagine dal grande impatto visivo, esaltate da un'azzeccata palette di colori.

Nera come il fiume che segna la Frontiera dei due mondi, l’opera realizzata da Gabella e Jean è una delle più convincenti tra quelle fin qui proposte della collana, essendo riuscita a mantenere vivo lo spirito del racconto declinandolo con un grande gusto estetico.

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