Conan the Barbarian 3D - la recensione

C'era da aspettarselo: bello più che dotato di una vera presenza fisica, modaiolo più che sanamente epico, questo nuovo Conan non ha molto senso...

Critico e giornalista cinematografico


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Diciamocelo, andarsi a confrontare con il Conan di John Milius era un progetto senza senso fin dall'inizio. Non tanto per la presenza esplosiva di Schwarzenegger, nè per la forza immaginativa di un fantasy barbarico e nemmeno per la partecipazione della voce profonda per eccellenza del cinema americano, James Earl Jones. Quello che ha reso Conan un film capace di resistere al tempo è stata la perfetta aderenza di quella storia e quell'ambientazione alle idee, le ossessioni e le preferenze degli occhi e del cuore di Milius. La forza, la natura, l'epica, la potenza e le sue contraddizioni, una dimensione di vita (realistica o meno) che presta il fianco ad inquadrature e sequenze capaci di mescolare personaggi e paesaggio come poche altre volte è stato fatto. Nietzsche per le masse.

Tutto questo a Marcus Nispel (regista di Pathfinder ma anche del buon remake di Non aprite quella porta) non interessa minimamente, il suo Conan non è un "corpo da cinema", come quello del poi futuro governatore, ma un bello con un po' di trucco intorno agli occhi, un uomo delle caverne nemmeno troppo barbaro. Entrambi non hanno nella recitazione il loro punto di forza ma se non altro la montagna umana Arnold serviva allo scopo.

Se dunque eticamente e filosoficamente Conan the Barbarian 3D si presenta lontano anni luce dal suo predecessore e non andrebbe assolutamente considerato in parallelo ad esso, anche visto come film a sè (la storia di un barbaro che cerca vendetta) risulta abbastanza fiacco. In questo film d'avventura c'è ben poca avventura e quella che c'è è montata male, vale a dire non si capisce nulla nelle scene più forsennate. Ci si deve fidare del fatto che Conan le stia suonando a qualcuno, perchè nel groviglio di stacchi si distingue qualche tibia e qualche manata, nulla più, poi qualcuno cade a terra tramortito e non è mai il protagonista.

Quest'ultimo film di Nispel appare quindi come un'opera trascurata, fatta a tirar via, dove anche molti sfondi digitali sembrano più finti degli antichi fondali dipinti, dove tutto succede senza uno schema ben preciso, come se gli eventi dovessero necessariamente susseguirsi anche in mancanza di agganci logici e dove infine il bello ama la bella, ha con lei degli amplessi e tutto va al posto giusto. Insomma, Conan the Barbarian 3D finisce per annoiare piuttosto che divertire.

In tutto questo, il film non è stato proiettato alla stampa in 3D, dunque non è stato possibile riportare la bontà o meno dell'uso della riconversione in post-produzione, anche se un pregiudizio negativo sembra legittimo...

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