Come un Tuono, la recensione
Partendo da Ryan Gosling, per arrivare a Bradley Cooper il nuovo film di Derek Cianfrance gira dalle parti del cinema corale in stile Iñarritu...
Affezionato alle atmosfere dell'America del disagio "bianco" Derek Cianfrance, dopo la storia a due di Blue Valentine, gira un film diviso in tre, che mira a dipingere l'impossibile rapporto che lega le vite di tre uomini.
E' però con le altre due parti del film, quella sul poliziotto la cui vita cambia dopo l'incontro con il biker e quella del figlio del suddetto poliziotto (anch'egli legato in qualche maniera al primo personaggio) che il film prende quota, dimentica i debiti con altro cinema e cerca di superare i modelli di narrativa "intrecciata" (Inarritu ma anche Haggis).
Quello che evita al film di scadere nel dimenticabile o nel consueto è una prospettiva "dal basso", in grado di raccontare storie di perdizione e contaminazione con le parti più marce del tessuto sociale attraverso una reale partecipazione. Senza applicare la distanza che un filtro eccessivamente narrativo o fantastico avrebbe implicato e senza contaminazioni ideologiche, in ogni momento è forte la sensazione che Cianfrance aderisca in tutto e per tutto alla causa del suo protagonista (dei tre inevitabilmente Gosling), disperato e bastardo, derelitto ma con un cuore, fiaccato da tutto e tutti, in primis da un paese che non lo considera.