Come True, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2020

Un finale poco incisivo non impedisce a Come True, film diretto da Anthony Scott Burns, di offrire un affascinante racconto dall'atmosfera suggestiva

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Un finale destinato a dividere gli spettatori rischia di penalizzare l'ottimo lavoro compiuto dal regista e sceneggiatore Anthony Scott Burns con il film Come True, presentato al Trieste Science+Fiction Festival 2020.
Alla base del progetto c'è l'affascinante idea di esplorare la dimensione onirica e gli incubi nati dalla mente umana su cui non si può avere controllo.

La protagonista Sarah (Julia Sarah Stone) è una teenager dalla vita complicata perseguitata da sogni oscuri, situazione che le causa non pochi problemi a casa e a scuola. La sua vita sembra però avere una svolta positiva quando risponde a un annuncio e si offre volontaria per uno studio sul sonno. I miglioramenti iniziali vengono messi in ombra da eventi sconvolgenti che sembrano fondere ciò che vive quando è sveglia e quello che vede quando sta dormendo.

Il film di Burns visivamente riporta gli spettatori a un'atmosfera simile a quella dei film degli anni '80 e '90 e Burns ha compiuto un lavoro davvero ammirevole nell'occuparsi anche della fotografia del progetto, elemento essenziale per sostenere una storia che inizia leggermente a sgretolarsi nella parte conclusiva.
La giovane Julia Sarah Stone riesce però a dare alla protagonista delle caratteristiche tali da rendere la teenager al centro degli eventi un personaggio per cui provare empatia e ricco di sfumature, distante dagli stereotipi della teenager dalla vita complicata spesso proposti sul piccolo e grande schermo. Gli aspetti "misteriosi" legati all'esperimento compiuto dagli scienziati contribuiscono a mantenere alta l'attenzione e l'intero cast offre delle performance convincenti.

L'interessante modo con cui Burns sfrutta la dimensione onirica in cui è ambientato il racconto risulta efficace nello sviluppo degli aspetti più originali della trama. Il film, inoltre, può contare sull'affascinante colonna sonora firmata da Pilotpriest ed Electric Youth le cui sonorità riescono a mantenere i confini tra sogno e realtà poco netti.
I dialoghi non risultano particolarmente brillanti, tuttavia, Come True riesce a sostenersi visivamente anche nei momenti più surreali.
Anthony Scott Burns, dal punto di vista della sceneggiatura, avrebbe forse avuto bisogno di maggior coraggio per firmare un epilogo all'altezza del concetto alla base del racconto. La bravura della protagonista sa però sostenere con il proprio sguardo i momenti più intensi di un racconto che offre più di un brivido e qualche spunto di riflessione. Con un montaggio e una sceneggiatura maggiormente curata fino alla fine, Come True avrebbe potuto diventare una rivelazione del genere, limitandosi così invece a diventare un'opera onesta e di buon livello.

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