Come parlare alle ragazze alle feste, la recensione

Abbiamo recensito per voi Come parlare alle ragazze alle feste, di Gaiman, Bà e Moon, edito da BAO

Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.


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Certo non scopriamo l'acqua calda, se affermiamo che le atmosfere visive soffuse, i contorni sfumati e le dimensioni un po' oniriche, a metà tra realtà e sogno, fanno bene alle storie di Neil Gaiman. Si tratta di un concetto banale, che a volte gli editori hanno dimenticato. Chissà, lo stesso autore inglese se n'è scordato, qualche volta, negli ultimi dieci anni. Non è accaduto con Come parlare alle ragazze alle feste, adattamento a fumetti di un racconto breve di Gaiman stesso, riadattato come sceneggiatura e affidato a due artisti e narratori a fumetti che apprezziamo moltissimo come Gabriel Bà e Fabio Moon, i quali non hanno deluso le aspettative.

In effetti, questa storia semplicissima dall'intelligente idea di base sarebbe potuta rimanere tranquillamente in forma di prosa, se non fosse stato per i due brasiliani. La trama è molto semplice: ci sono due ragazzi che vanno a una festa, uno dei quali è un donnaiolo, mentre l'altro è il classico timido che non riesce mai a fare colpo su nessuna. Due sedicenni come tanti, due amici che incarnano la dicotomia dell'adolescenza immatura. Uno è troppo immaturo per riuscire anche solo a parlare con una ragazza, l'altro è troppo immaturo per capire l'amico e le sue remore, e finisce per tentare di aiutarlo in modo confuso e superficiale. Le due facce della stessa medaglia finiranno comunque a una festa, ma non a quella cui erano diretti.

Il focus della storia è chiaramente il più chiuso dei due, Enn, il quale non sarà particolarmente felice di seguire il compagno nell'ennesima disavventura di socializzazione negata, mortificazione di sé e nessun successo di alcun genere. Senonché, sbagliare festa si rivela un colpaccio, perché i due vengono accolti in una casa piena di ragazze, tutte bellissime e tutte apparentemente carine e gentili. Persino Enn riuscirà, in mezzo a tutto questo ben di dio di giovani femmine, a scambiare qualche parola e a socializzare. Forse ci sarà persino un bacio, prima di capire in maniera piuttosto traumatica che le ragazze non sono ragazze, che c'è qualcosa di pericoloso, forse, in questa casa, e che sicuramente c'è un che di inquietante in quest'esperienza che i due amici ricorderanno per tutta la vita.

Gaiman racconta una storia alla Gaiman, in cui personaggi comunissimi si rapportano a qualcuno che di comune ha solo l'aspetto, mentre invece rappresenta ben di più. La formula è nota e apprezzatissima dall'autore: quel che pare normale non lo è affatto. C'è però una nota stridente. L'evidenza di questo fatto è tale, per il lettore, che ben presto ci si domanda come sia possibile ignorarla per il protagonista. Il gioco delle identità delle giovani donne della festa si svela all'istante e veniamo trascinati fuori dalla storia fin dal primo incontro di Enn, che, in qualche modo inspiegabile, ignora completamente quel che ha davanti al naso. Completamente. Neppure il segno di un dubbio, non una domanda, di fronte all'evidenza che qualcosa proprio non va, nella persona che ha di fronte. Ci domandiamo se il nostro protagonista ci sia o ci faccia. Non è una domanda che ci piaccia rivolgere a una storia.

La storia non manca di momenti e personaggi interessanti, e Neil Gaiman, che ha sempre almeno un paio di assi nella manica, riesce a regalare qualche momento poetico e più di uno spunto di riflessione, che rimane a fine lettura. Del resto, non ha quasi mai faticato a costruire storie che abbiano un cuore, e con Come parlare alle ragazze alle feste non fa eccezione. Ma certamente non è al massimo della sua forma, pur essendo questa una storia breve e senza troppe pretese sin dall'inizio.

Ecco quindi che le vere star del volume sono Bà e Moon, che invece hanno perfettamente colto le atmosfere della vicenda e le hanno confezionate con una sapienza compositiva notevole. Soprattutto, bravissimi nel caratterizzare i due giovani e le loro femminili controparti, che, sin da una prima vista, sono immediatamente comprensibili nella loro personalità e persino nel loro ruolo all'interno della storia. Un'abilità, questa, che torna molto utile in un narrazione così compressa nel tempo e negli spazi, eppure così intima. Se certamente c'è cuore nella storia di Gaiman, ce n'è ancora di più nelle matite e nei colori dei gemelli brasiliani, che mettono una pezza gigantesca alle lacune della narrazione.

Il risultato è che questa storia misteriosa e romantica rimane impressa nonostante i suoi difetti. Non è certamente un imperdibile capolavoro, ma resta un esempio di arte fumettistica apprezzabilissimo. I fan di Gaiman ci troveranno il loro beniamino, con tanti dei suoi stilemi classici, per quanto non sviluppati al meglio. I fan del buon fumetto ci troveranno una storia senza troppe pretese e qualche inciampo, ma potranno riscoprire o scoprire - se colpevolmente non lo hanno già fatto - Gabriel Bà e Fabio Moon, che fanno la gioia dei nostri occhi ad ogni occasione.

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