Come ammazzare il capo e vivere felici - la recensione

Seth Gordon torna al cinema di finzione con una commedia dal ritmo indiavolato e con più di un'idea degna del miglior cinema.

Critico e giornalista cinematografico


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Attenzione a considerare Seth Gordon uno come tanti altri.

Il regista che oscilla tra serie tv, documentari e commedie hollywoodiane non è il classico esecutore di script ma un uomo di cinema a tutto tondo, capace di mescolare racconti, stereotipi e artifici narrativi in maniere inedite. Lo sa bene chi ha visto il suo documentario d'esordio, King of Kong (da recuperare assolutamente, con ogni mezzo disponibile) in cui racconta l'incredibile storia degli attuali tornei di Donkey Kong arcade e lo ha capito anche chi ha visto come il suo Tutti insieme inevitabilmente è riuscito ad essere una paradossale e divertentissima variazione alla lontana del Canto di Natale di Dickens senza che nessuno se ne accorgesse.

Anche alla base di quest'ultimo film, Come Ammazzare il Capo e Vivere Felici, c'è un'intuizione di quelle che possono arrivare solo a chi ha metabolizzato tutta la storia del cinema: i cattivi fanno un film, dunque i cattivi saranno gli attori di caratura migliore. Colin Farrell, Kevin Spacey e Jennifer Aniston sono i capi che vessano Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis. Menzione speciale per il delinquente/consulente interpretato da Jamie Foxx.

In un film che prende di mira il modo in cui il lavoro costringe tutti a sottostare alla volontà di un superiore, questi devono essere le figure di riferimento, e più sono odiosi (e quindi involontariamente carismatici), più il film funziona. Più saranno attori noti, stimati e in grado con la loro riconoscibilità di generare carisma, più il lavoro sarà diretto. E funziona!

Seth Gordon dunque fa centro di nuovo, a uno script vivace pieno di battute abbina un ritmo che le sa valorizzare. Si ride come in molte altre commedie, ma lo si fa ad un passo accelerato in modo che la risata precedente fomenti quella successiva, con un'idea di messa in scena che alterna al montaggio dei momenti slapstick, quello più compassato ma non meno ritmato delle sequenze verbali. Un manuale di come si faccia una commedia, dalla scrittura, al casting fino alle riprese.

Per i maniaci di King of Kong, poi, segnalo che c'è un piccolo ruolo anche per Steve Wiebe...

 

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