Coma, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2020
La recensione di Coma, film sci-fi diretto da Nikita Argunov, che propone una struttura visiva affascinante non supportata da una narrazione all'altezza
Da quel momento la sceneggiatura ideata da Argunov, in collaborazione con Aleksei Grawitski e Timofei Dekin, prova a introdurre un ormai consueto progetto malvagio, una storia d'amore abbozzata a grandi linee e una spettacolare lotta per la sopravvivenza. Il risultato finale non è dal punto di vista narrativo all'altezza della spettacolarità delle immagini che, fin dalle prime sequenze, sembrano ispirate a opere pittoriche grazie alla capacità di mostrare città in decadenza, elementi architettonici che diventano quasi fluidi e scene d'azione di grande impatto.
Coma unisce gli elementi sci-fi a un leggero approccio scientifico per provare a esplorare le potenzialità della mente umana. Il finale un po' affrettato non aiuta a sostenere la struttura complessa e ambiziosa, tuttavia il livello visivo davvero alto, raggiunto dopo le esperienze di Argunov in progetti come Guardians, mantiene la capacità di intrattenere e intrigare alla base del film.Argunov, nonostante sia alla sua opera prima, dimostra di essere in grado di gestire un action movie dalle caratteristiche sci-fi senza molte difficoltà dal punto di vista tecnico, faticando leggermente nello sviluppo del racconto, ma costruendo un'opera dal buon potenziale e che rappresenta un ottimo biglietto da visita a livello internazionale per un filmmaker emergente.