Color Zagor 5: L'antica maledizione, la recensione
Color Zagor 5: L'antica maledizione è un albo storico, l'ultima opera firmata dal maestro Gallieno Ferri
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Non è tuttavia la partecipazione alla vicenda dell'esimio dottore di origini balcaniche che in più occasioni si è rivelato di fondamentale aiuto al protagonista contro uno dei suoi nemici più nefasti - il maestro della notte (per dirla alla Dampyr) barone Bela Rakosi - a rendere questo fumetto imperdibile. L'antica maledizione è infatti l'ultima opera firmata da Ferri, spentosi a 87 anni poco dopo aver completato la sua tavola di Zagor numero 20.810, pubblicata in questo albo a pagina 67. Le successive sono state realizzate da Gianni Sedioli alle matite e Marco Verni alle chine, i due artisti con lo stile più vicino a quello del maestro genovese, che completano il lavoro in maniera eccellente.
Si tratta infatti di una trama particolarmente cupa quella qui intessuta da un narratore veterano delle gesta del Re di Darkwood, Jacopo Rauch. Lo scrittore di origini senesi scava nel passato doloroso di Metrevelic, prendendo in considerazione gli eventi che lo costrinsero a lasciare la Jugoslavia per l'America, oltre al sinistro e tragico destino che sembra legare le due donne amate dal medico: la moglie Ivana e la figlia Aline.
Pochi sono gli spazi consentiti alla leggerezza e alla comicità, con Cico che può dare il meglio di sé solo all'inizio del racconto nelle vesti di improbabile aiuto-cuoco in un ristorante. Il soggetto e la sceneggiatura ci regalano una corposa dose di mistero, angoscia e pericolo, contrapposti alla presenza granitica e rassicurante di Zagor.
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