Color Tex 6: Stelle Di Latta e Altre Storie, la recensione

Color Tex si presenta nella formula autunnale, con quattro brevi avventure e angolazioni insolite per la creatura di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Color Tex si presenta qui nella formula autunnale che rispetto a quella estiva, da quando la collana è passata da annuale a semestrale nel 2013, propone quattro brevi avventure al posto di una lunga. Se il formato editoriale è consolidato, resta viva e fluida l'esigenza sperimentale di questa pubblicazione, sempre più coraggiosa dal suo esordio. Mentre il Color Tex 4 fu assegnato a sceneggiatori navigati della serie regolare e a disegnatori di casa alla Bonelli, in quest'ultimo volume con un titolo, Stelle Di Latta e Altre Storie, sono stati coinvolti a partire dalla splendida copertina di Giulio De Vita, grandi autori abituati ad altri contesti, a parte ovviamente Mauro Boselli, unico texiano DOC del quartetto nonché editor di tutte le testate dedicate ad Aquila della Notte.

Il primo episodio, Stelle di latta, che porta la firma di Michele Medda e Michele Benevento, con i colori di Oscar Celestini, è forse il più classico da un punto di vista stilistico, nei testi e nella grafica. Due vecchie conoscenze di Kit Karson, due ex sceriffi, hanno abbandonato il distintivo per darsi agli affari, ma nascondono un pesante fardello.

Il secondo racconto, Incontro a Tularosa, di Moreno Burattini e Giuseppe Camuncoli, colorato da Beniamino Del Vecchio, potrebbe definirsi il più western made in USA dei quattro, sia per la situazione, un vecchio conto da regolare con un fuorilegge che mette in competizione Tex con l'amico Coronel, sia per il tratto dell'artista emiliano, star d'oltre oceano prima alla DC e poi alla Marvel.

Nel terzo, quello di Boselli e Luca Rossi, Nel buio, dove i colori sono stati affidati a Romina Denti e nel quarto e finale, Randy il fortunato, di Roberto Recchioni e Andrea Accardi (con colorista ancora Celestini), emergono gli elementi più inconsueti per l'epopea del ranger bonelliano. Se non stupisce la peculiarità dell'ultimo soggetto per l'inclinazione dei suoi autori a trattare con estrema personalità i generi più diversi, oggi al lavoro sulla prima serie chambara della casa editrice milanese e qui artefici dell'ossessione di un bandito perseguitato dall'incubo di Tex, una vera sorpresa è la vicenda ideata dal suo editor. Il taglio horror noir dato da Boselli alla sua trama è quasi un omaggio a Tiziano Sclavi.

L'albo nel suo complesso offre quattro angolazioni insolite e accattivanti della creatura di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini senza snaturarla, anzi ampliandone le potenzialità narrative. Tex è un duro, un giustiziere, un detective e un eroe. Non viene in mente qualcun altro con una maschera e un mantello da pipistrello? Il più eclettico e duttile dei supereroi americani? Qualcuno ha detto che “Batman è come un gelato, non esiste un gusto che non piaccia a nessuno”. Boselli lo ha capito e lo sta trasmettendo al suo personaggio; la forza delle nuova scommessa di rinnovamento della Sergio Bonelli Editore si manifesta anche e soprattutto qui.

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