Colony 1x01 "Behind the Wall": la recensione

L'occupazione della Terra da parte degli alieni vista dalla prospettiva di una famiglia in Colony, nuova serie di USA Network

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi

Di fantascienza e occupazione aveva già parlato poco tempo fa The Man in the High Castle. E, forse perché alcuni elementi e svolte narrative sono irrinunciabili quando si tratta un argomento simile, Colony ha vari punti in comune con quella vicenda. Naturalmente dove c'è un'occupazione devono anche esserci una resistenza, famiglie dilaniate, numerosi limiti alle libertà personali. Questo campionario di situazioni nella serie di USA Network viene alimentato da una serie di appendici narrative o di puro background che più o meno lo caratterizzano, ma che al tempo stesso non riescono a garantirgli quella capacità di distinguersi e imporsi di cui avrebbe avuto bisogno.

La Terra ha subito un'invasione aliena. La guerra, se guerra c'è stata, è già perduta e gli umani al comando sono collaborazionisti delle forze extraterrestri. Le capitali sono circondate da mura invalicabili, vige il coprifuoco, l'accesso alle cure a determinate malattie è stato vietato e ci sono numerose limitazioni alle libertà civili. A Los Angeles i coniugi Bowman, Will e Katie, lavorano per la resistenza nel tentativo di ritrovare il figlio Charlie. I due hanno anche altri due figli, Bram e Grace. Nonostante i loro sforzi, riuscire a contrastare una forza così nettamente superiore appare come un compito disperato, e forte è la tentazione di passare dall'altra parte della barricata anche solo per poter riabbracciare il figlio perduto.

Di questi tempi, forse è giusto sottolineare la positiva mancanza di uno spiegone all'inizio della serie. Semplicemente perché non serve, e perché la costruzione dello scenario viene integrata con la narrazione, come è giusto che sia e senza fornirci comunque tutte le risposte. Ad esempio, Katie cerca dell'insulina per la cognata, e così scopriamo che la vendita di certe medicine ora è vietata, oppure Will viene minacciato di essere mandato ai lavori forzati, e così abbiamo un assaggio di cosa accade a chi resiste all'invasione. In questo senso Carlton Cuse e Ryan J. Condal (anche sceneggiatore del pilot) hanno cercato di innestare su un soggetto tutto sommato nemmeno troppo originale una serie di elementi propri.

Se il tentativo è ammirevole e il metodo è quello giusto, al tempo stesso il risultato non si può promuovere del tutto. Qualche elemento caratterizzante come abbiamo detto c'è, ma è calato in una cornice troppo anonima per coinvolgere. Una parete grigia e qualche drone sono tutto ciò che ci verrà concesso di vedere (oltre al sospetto che gli alieni non esistano e che sia tutta una macchinazione) ed è francamente poco anche rispetto ad un gruppo di protagonisti che non brillano per efficacia o originalità. Josh Holloway non è Sawyer e grazie al cielo Sarah Wayne Callies non è Lori (ma neanche qui il personaggio brilla per simpatia), ma al tempo stesso è difficile vedere particolari specificità o suggestioni in questi personaggi o in tutto lo scenario che li circonda.

L'idea di vivere a cavallo tra più generi, che possono essere la fantascienza, il drama, il thriller, la spy story, non è male ma, considerando sempre che stiamo parlando solo di un pilot, finora l'esito è dimenticabile.

Continua a leggere su BadTaste