Coincidenze d'amore, la recensione

Un film come una volta. Peccato che Coincidenze d'amore sia sceneggiato male, diretto maldestramente e interpretato senza nessuna voglia

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Coincidenze d'amore, il film di Meg Ryan in sala dall'11 aprile

Totale identificazione tra personaggi e spettatori. Loro due sono ex amanti, incontratisi in un aeroporto in cui sono bloccati dai rispettivi voli cancellati; noi spettatori siamo ex amanti di questi due attori una volta parte di progetti interessanti (X-Files, le commedie sentimentali di Meg Ryan), bloccati con loro in una sala per due ore. Quell’aeroporto, lo capiamo quasi subito, è un luogo metaforico in cui non si incontra nessun altro e una voce dagli altoparlanti dice quel che serve per aiutare, è un purgatorio in cui stare fino a che non si sono risolti alcuni aspetti delle rispettive vite, e questo film è per noi un purgatorio in cui espiare la sciagurata decisione di aver dato fiducia alla seconda regia di Meg Ryan

Coincidenze d’amore è un film di conversazioni, viene da un’opera teatrale. Ma è un film di conversazioni con due attori mediocri, una sceneggiatura non eccezionale e una messa in scena senza nessuna sapienza. E Meg Ryan è presente in tutti e tre questi i comparti: attrice protagonista, co-sceneggiatrice e regista. La maniera in cui riesce a svuotare le battute con un uso maldestro della musica, delle scelte di primo piano e di recitazione ha dello stupefacente. Già una buona parte dei dialoghi sono lamentele, che è grave di suo, ma quanto di peggio sono lamentele sulla deriva del tempo presente, pronunciate come grandi rivelazioni mentre sempre le stesse comparse passano nello sfondo. 

Bloccati per due ore a sentire questi due personaggi litigare si può provare il fascino dell’ascolto di una conversazione che non ci riguarda, ma solo fino a un certo punto. Quando si guadagna un po’ di confidenza con i personaggi e questi si sciolgono, decidono di aprirsi l’uno all’altro, rievocare il loro passato, essere sinceri e dismettere ogni formalismo, scopriamo che sono totalmente generici, per nulla interessanti, comuni nel senso peggiore del termine. Almeno avessero il coraggio di provare sentimenti coinvolgenti!

Un film così brutto che la dedica finale "a Nora Ephron", pensata per essere un omaggio, suona più come una ritorsione.

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