Cobra Kai (stagione 5): la recensione

La stagione 5 di Cobra Kai è la conferma delle buone intenzioni della serie tv, ancora una volta tra i migliori revival degli anni '80

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Cobra Kai la recensione in anteprima della stagione 5, disponibile su Netflix dal 9 settembre.

Negli ultimi nove mesi i fan di Cobra Kai si sono chiesti cosa sarebbe successo nella Valley, dopo che Terry Silver ha vinto il torneo e ha costretto il Miyagi-Do e l'Eagle Fang a chiudere i battenti. Può Daniel LaRusso lasciar correre e accettare la sconfitta? I dieci episodi che compongono la stagione 5 vi daranno una risposta il prossimo 9 settembre, quando la serie tornerà sugli schermi di tutto il mondo in esclusiva per gli abbonati di Netflix.

La serie tv creata da Josh Hurwitz, Hayden Schlossberg e Josh Heald torna ancora una volta con tutti i suoi pregi e difetti. E ancora una volta è pronta ad alternare le lotte ottimamente coreografate a momenti slice of life, dove la vita dei protagonisti prosegue tra ribaltamenti momentanei e confronti amorosi.

La trama della stagione 5 di Cobra Kai

La stagione 5 di Cobra Kai riparte esattamente da dove l'avevamo lasciata alla fine del 2021. Miguel (Xolo Mariduena) è scappato in Messico alla ricerca del suo vero padre, Johnny (William Zabka) e Robbie (Tanner Buchanan) si sono lanciati al suo inseguimento, mentre nella Valley il potere di Terry Silver (Thomas Ian Griffith) si è accresciuto, e Cobra Kai ha iniziato ad aprire nuovi Dojo. Daniel (Ralph Macchio), rimasto solo, ha deciso di chiamare un alleato da oltre oceano: Chozen (Yuji Okomoto), il suo vecchio rivale ora compagno d'armi. I due proveranno a smascherare silver, anche se con Kreese (Martin Kove) in prigione, il milionario sembra più forte che mai.

Nel frattempo i ragazzi dovranno capire cosa fare delle loro vite: possono proseguire la loro adolescenza senza karate? La risposta potreste già saperla. Anche questa volta infatti, la sceneggiatura segue praticamente il solito iter: c'è una crisi, e i nostri dovranno collaborare per risolverla. I nuovi personaggi funzionano tutti: da Chozen, che ruba le luci della ribalta a tutto il cast, alla neo arrivata sensei Kim-Da Eun (Alicia Hannah-Kim), crudele braccio destro di Silver. Piacevoli conferme ovviamente i volti noti, con dei nuovi spunti narrativi che speriamo vengano esplorati maggiormente in futuro.

Una sicurezza per lo spettatore

Ormai Cobra Kai è una serie che si posiziona senza troppi problemi nella comfort zone. Lo spettatore abituale dello show sa che prima o poi arriverà la gag relativa ai modi maschilisti di Johnny, il discorso incoraggiante di Danny, la rissa inevitabile tra Tory e Samantha e così via. È una struttura che certamente può non piacere, ma che dà al contempo una sicurezza inaspettata, e che serve a dare più impatto ai momenti decisivi, quelli in cui c'è una piccola scintilla che cambia gli equilibri per l'ennesima volta.

Cobra Kai è un po' come la torta della mamma, quel cibo di cui, anche quando vai a vivere da solo, non puoi fare a meno, quella sicurezza che ti lascia soddisfatto nonostante non sia un piatto stellato.

Una formula che al momento funziona e intrattiene il pubblico (come dimostrano i dati) e che finché è efficace non vediamo il motivo per cui vada cambiata. Certo si rischia di stagnare e di riscaldare fin troppo la zuppa, rischiando di scadere nel troppo banale. Un rischio che Hurwiz e soci dovranno evitare in tutti i modi nella prossima stagione, ora che c'è solamente un obiettivo da raggiungere di fronte ai nostri beniamini.

La stagione 5 di Cobra Kai è la conferma (qualora ce ne fosse ancora il bisogno) delle buone intenzioni della serie tv, ancora una volta tra i migliori revival degli anni '80. Capace di unire la nostalgia alla modernità, con quel tocco di comicità surreale che non fa mai male. Se avete apprezzato lo show finora, vi divertirete ancora una volta a seguire le avventure e i combattimenti di Johnny Lawrence, Daniel LaRusso e di tutti gli altri.

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