Clarice, la nuova serie della CBS riesce a liberarsi dal peso delle sue origini? La recensione

Anche se il titolo del pilot, The Silence is Over, sembri indicare la volontà di Clarice di smarcarsi dal peso della sua origine, non riesce pienamente nel suo intento

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Clarice, nuova serie della CBS di Alex Kurtzman e Jenny Lumet, con protagonista l'agente dell'FBI Clarice Starling (Rebecca Breeds) ha debuttato giovedì 11 febbraio negli Stati Uniti. La serie, ambientata nel 1993, inizia ad un anno dagli eventi descritti ne Il Silenzio degli Innocenti e dalla cattura da parte dell'aspirante agente, grazie al contributo di Hannibal Lecter, del serial killer Buffalo Bill.

L'ammirazione degli autori per lo show di Bryan Fuller è abbastanza evidente e riconoscibile nelle atmosfere di Clarice che - a livello di fotografia - anche se non fa scelte tanto coraggiose o raffinate quanto Hannibal, cerca in qualche modo di ricalcarne i toni cupi ed avvolgenti, che ben si adattano allo stato d'animo della protagonista.

Il pubblico incontrerà infatti Clarice nella prima scena dell'episodio mentre è in seduta presso uno psicologo, in un cliché piuttosto usato (se non addirittura abusato) in televisione, per dare più informazioni possibili su un personaggio in un contesto in cui quest'ultimo è obbligato ad aprirsi con il proprio interlocutore. Quello che apprendiamo di lei, infatti, è che soffre chiaramente di disturbo post traumatico da stress per gli eventi vissuti durante la caccia e l'uccisione di Buffalo Bill, che non ama sentirsi definire una sopravvissuta né tantomeno una vittima e che, da allora, ha disperatamente cercato di isolarsi dal mondo e soprattutto dall'insistente pressione della stampa che vorrebbe sapere tutto della donna che ha catturato un serial killer grazie all'aiuto di un altro serial killer.

Ciò che salta immediatamente agli occhi, inoltre, è anche il curioso tentativo - in questo caso obbligato, considerato che gli autori non sono legalmente autorizzati ad usare il nome di Hannibal Lecter per motivi di diritti non concessi - di adottare strani giri di parole per nominare l'ingombrante personaggio senza farne mai direttamente il nome. Un problema con cui, a nostro avviso, la serie dovrà creativamente continuare a scontrarsi per tutto il suo percorso, soprattutto considerato che il suo fine, secondo i suoi stessi creatori, è proprio quello di raccontare l'evoluzione psicologica del personaggio dagli eventi mostrati nel film in avanti. Nonostante il titolo del pilot The Silence is Over, suggerisca il desiderio di smarcarsi dall'ingombrante origine della serie, l'episodio è un continuo riferimento agli eventi che hanno reso la protagonista la persona che è oggi.

Rebecca Breeds dà un'ottima interpretazione del personaggio, trasmettendole la giusta dose di caparbietà e fragilità, tanto che il problema dello show, a nostro avviso, non risiede nella protagonista in sé o nel resto del cast, quanto piuttosto nella direzione che si intenda dare alla narrazione. In fase di promozione, infatti, Clarice è stata presentata come una serie concepita per essere serializzata, incentrata cioè sullo sviluppo dei personaggi e non un classico procedurale con la soluzione del caso della settimana, eppure, il pilot fa esattamente questo.

Richiamata dal suo esilio nell'archivio del BAU dal Procuratore Generale Ruth Martin (Jayne Atkinson), nonché la madre di Catherine, salvata da Clarice dalle grinfie di Buffalo Bill, la ragazza è costretta a tornare operativa e collaborare con il Violent Criminal Apprehension Program (VICAP) per dare la caccia ad un presunto serial killer e lavorare a contatto con un capo che non sembra provare per lei alcun rispetto o simpatia ed una squadra di colleghi, tutti uomini e tutti con maggiore esperienza di lei. Tra questi c'è anche Kal Penn, al quale vengono però concesse forse un paio di battute ed il cui personaggio faticherete a ricordare il nome.

Nonostante le sue insicurezze ed i toni perentori del suo superiore Paul Krendler (Michael Cudlitz), che vuole usarla alla stregua di una ragazza immagine, dandola in pasto alla stampa perché ripeta quello che lui vuole che dica, nel giro di un solo episodio Clarice compie la sua magia. Osserva le vittime, studia l'ambiente ed in pochi minuti si forma un'opinione che, naturalmente, si rivelerà corretta e porterà all'arresto dell'assassino. Per non essere uno show serializzato, Clarice rischia di somigliarci davvero molto, tanto da lasciare qualche dubbio sulle dichiarazioni dei suoi creatori in fase di promozione.

Nonostante ciò, Clarice è un godibile tentativo di alzare l'asticella e dare al pubblico qualcosa di leggermente diverso dal solito rispetto al trito "crime show" della CBS, aiutato in gran parte da una convincente performance del cast, più che dalla sceneggiatura. Resta tuttavia il problema che Clarice, che vorrebbe mostrare al pubblico l'evoluzione di un personaggio di cui il mondo si era innamorato ne Il Silenzio degli Innocenti e che avrebbe tutte le carte in regola per diventare indimenticabile, è creativamente castrato da alcune imposizioni che non permetteranno mai alla storia di evolversi in una direzione in cui la maggior parte del pubblico avrebbe voluto andasse: cioè lo sviluppo della sua relazione con Hannibal Lectar. Sebbene potrà essere interessante approfondire le conseguenze dell'essersi aperta ad un personaggio tanto oscuro e di aver vissuto esperienze così traumatiche, una parte di Clarice sarà sempre preclusa al pubblico, rendendo lo show orfano già dal suo debutto.

Clarice va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì sulla CBS.

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