Civil War II 3, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo numero di Civil War II, di Bendis, Marquez, Coipel e Ponsor, edito da Panini Comics
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La possibilità di prevenire eventi catastrofici è qualcosa che alletta Capitan Marvel - leader del programma di difesa spaziale Alpha Flight e della squadra al servizio dei governi mondiali, gli Ultimates - intenzionata a utilizzare le capacità dell’inumano per bloccare o all’occorrenza eliminare ogni potenziale minaccia. Di parere diametralmente opposto è il futurista Tony Stark, che, dopo aver tentato di sottrarre Ulysses al controllo degli Inumani e della loro regina Medusa, cerca in ogni modo di arginare questa isterica deriva di “intervento preventivo”.
Giunta al quinto capitolo (se consideriamo anche il numero 0 e lo speciale uscito in occasione del Panini Free Comic Book Day) la miniserie entra finalmente nel vivo e delinea in maniera marcata le due fazioni in campo. Se fino a questo punto la storia era stata monopolizzata esclusivamente da Iron Man e Capitan Marvel, ora i membri della comunità supereroistica iniziano a palesare la propria posizione schierandosi l’uno contro l’altro.
Iniziano però a emergere diversi limiti che vanno a inficiare la riuscita dell’evento, soprattutto se paragonato alla storica miniserie di Mark Millar e Steve McNiven. Il primo è insito nella natura stessa del crossover: gli approfondimenti psicologici dei singoli personaggi trovano perlopiù spazio nelle rispettive serie personali e, in questo modo, il lettore non può comprendere appieno le scelte fatte dai vari eroi; allo stesso tempo, molti interrogativi vengono lasciati in sospeso e per poter cogliere tutte le sfumature dei fatti avvenuti diventa strettamente necessario seguire i vari tie-in di Civil War II.
Quest'ultima pecca viene sottolineata dalla non perfetta riuscita dei dialoghi; in particolare non convince la scelta di Bendis di spezzare le frasi, facendo sì che più personaggi prendano parte alla conversazione e le completino vicendevolmente. Tutti dovrebbero avere un loro personale punto di vista, e lasciare che ognuno continui il pensiero dell’altro svilisce l’importanza del singolo, a netto vantaggio di una semplicistica omologazione che tende a compattare due blocchi unitari e tra loro in antitesi.
Non delude, invece, il lavoro di David Marquez al tavolo da disegno, grazie a uno storytelling preciso ed espressivo. Il tratto realistico dell’artista texano è in grado di trasmettere perfettamente al lettore le emozioni che attraversano i protagonisti della vicenda. Le colorazioni luminose di Justin Ponsor, poi, evidenziano al meglio i moti dell’animo di Iron Man, Capitan Marvel e degli altri protagonisti.
Nell’albo sono inoltre presenti alcune pagine realizzate da Olivier Coipel caratterizzate da un mood decisamente sinistro e inquietante. L’accostamento di questi due grandi disegnatori è uno spettacolo per gli occhi, grazie alle loro interpretazioni superbe e affascinanti.
L’albo è arricchito anche dalla presenza di due storie brevi, tratte da Civil War II: Choosing Sides, focalizzate sulle figure di Kate Bishop e Jessica Jones. La prima, scritta da Ming Doyle e disegnata da Stephen Byrne, è direttamente legata agli eventi della miniserie principale; da sottolineare il taglio fresco della narrazione e la bellezza delle tavole di Byrne, capaci di consegnarci un'eroina che si allinea alla caratterizzazione tipica dei personaggi femminili che caratterizzano la nuova poetica del fumetto supereroistico.
Nella seconda, Chelsea Cain (testi) e Alison Simpson (disegni) conducono l'investigatrice Jessica Jones in Ohio, inviata da Stark per indagare sulla vita e la formazione di Ulysses prima che fosse travolto dalla Nube Terrigena che gli ha conferito i poteri da Inumano. Una lettura piacevole che omaggia le atmosfere della seminale serie Alias.