Civil War II 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il numero 1 di Civil War II, miniserie realizzata da Brian Michael Bendis e David Marquez
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Un nuovo Inumano è apparso sulla scena: a una prima occhiata è un ragazzo dell'Ohio come tanti che frequenta il college; eppure l’esposizione alle nebbie terrigene ha fatto sviluppare in lui la capacità di prevedere il futuro. Il suo nome è Ulysses e il suo incredibile potere ha permesso a tutta la comunità supereroistica di sventare l’attacco di un Distruttore Celestiale giunto da un’altra dimensione. Sembrerebbero esserci tutti i presupposti per stare sereni, d'ora in poi; invece intorno a questo nuovo membro della famiglia degli Inumani nasce uno scontro che trova in Carol Danvers (Capitan Marvel) e Tony Stark (Iron Man) i principali antagonisti, nonché i catalizzatori di due opposte fazioni.
Chi ha letto I Nuovissimi Avengers 16, o il numero zero di Civil War II, sa bene quanto Carol Danvers sia in uno stato emotivo particolare: la squadra da lei guidata – gli Ultimates – si è posta l'obiettivo di prevedere e sventare ogni genere di minaccia. La comparsa di Ulysses, dunque, rappresenta una manna dal cielo dal suo punto di vista, ma espone il fianco a questioni etiche spinose: è giusto punire una persona prima che abbia compiuto il crimine? Possono essere processate le intenzioni?
Non per Tony Stark. O meglio, non per il nuovissimo Tony Stark plasmato da Brian Bendis sulle pagine di Invincibile Iron Man, meno pragmatico rispetto alla sua versione precedente e poco propenso a una concezione deterministica della vita. Lo scontro ideologico tra chi vuole intervenire – anche contro quelli che oggi sono suoi amici – e chi, invece, vuole che ognuno sia l'artefice del proprio destino e venga giudicato per ciò che concretamente ha fatto, è aperto. A voi la scelta.
I disegni sono opera di un David Marquez in stato di grazia: con il suo storytelling dinamico, esplosivo e di grande impatto rende giustizia alla trama imbastita da Bendis. Le prime pagine – quelle dello scontro contro il Celestiale – hanno la capacità di trasmettere lo stato di concitazione e di febbrile tensione che pervade questo evento devastante, spesso con soluzioni a tutta pagina.
Quando la scena poi si sposta in spazi ben più ristretti, il disegnatore punta su primi piani intensi che mettono in evidenza gli stati d’animo dei singoli personaggi, dotati dall'artista di un’espressività notevole che rende il lettore partecipe soprattutto del dramma che si consuma nella finale. Il tutto impreziosito dai colori di un Justin Ponsor in grado di enfatizzare le emozioni con effetti chiaroscurali ad hoc.
Miglior apertura non si poteva desiderare per un evento che si preannuncia di grande portata e che avrà ripercussioni su tutte le serie dell’Universo Marvel.