Ci scusiamo fin da subito se troverete scorretta questa recensione. Di fatto, lo sarà, perché non saremo in grado di prescindere, nel recensire
Cinque Allegri Ragazzi Morti #0, dal fatto di aver già letto l'opera nella sua incarnazione originale. In teoria, questo articolo dovrebbe essere l'obiettiva, ancorché soggettiva valutazione di un singolo albo, introduttivo a una serie a fumetti che parla, evidentemente, di zombie. Una serie scritta da
Davide Toffolo, ormai colonna portante del fumetto italiano da almeno due decenni, non più giovane di talento come negli anni Novanta, e leader dei Tre, dico,
Tre Allegri Ragazzi Morti, che non sono personaggi di carta, ma veri musicisti rock, una vera band. Ma falliremo, non tanto nell'obiettività (per quanto non si possa garantire) quanto nel limitarci a parlarvi dell'esperienza di lettura delle trentadue pagine di questo numero zero. Perché quella dei Ragazzi Morti è un'epopea che abbiamo già letto in anni di adolescenza, che parla di adolescenza e lo fa in un modo a cui fatichiamo a non fare promozione. Dicendo questo, abbiamo già fallito. Così stiamo tutti più tranquilli.
Vasco, Gianni Boy, Sumo, Mario e Sleepy. Si chiamano così i cinque protagonisti, gli Allegri Ragazzi del titolo. In questo numero zero, non sono ancora morti, sono solo Allegri e Cinque. Sono anche cattivi, come molto spesso succede ai ragazzi. Sono ribelli, sono sporchi e disordinati, sono un po' stupidi e sono terribilmente gelosi. Gelosi di un amico, in particolare, che ha commesso il gravissimo errore di innamorarsi ed essere corrisposto. Sapete che razza di tradimento può rappresentare una cosa del genere per un gruppo di sedicenni illusi che la vita sia soltanto "noi contro il mondo a ogni costo e senza nemmeno un pretesto serio"? No? Allora probabilmente voi siete stati di quei giovani che avevano rispetto dei sentimenti altrui, che non agivano per egoismo in nome del clan e del gruppo. Vasco e gli altri no, decidono di boicottare l'amore di Sumo, la cui ragazza però è vendicativa e non è una strega soltanto negli insulti puerili dei ragazzi. La sua rivincita sarà drastica e avrà delle conseguenze. I Cinque Allegri Ragazzi, sono Morti. Per una serie di casi della vita (e del suo contrario) sono ancora Allegri, però. E la loro storia inizia proprio qui.
Se non lo avete letto sulla rivista
Fandango tanti anni fa, questa è la vostra occasione di recuperare uno dei fumetti più importanti e più belli di Davide Toffolo. E, se non conoscete Davide Toffolo, questa è la vostra occasione di leggere uno degli autori più sensibili, liberi e stilisticamente solidi e potenti del panorama fumettistico del nostro paese.
Cinque Allegri Ragazzi Morti è una storia di zombie, ma non la solita; è una storia di adolescenti, ma non quella che vi aspettate; è una storia di supereroi, e in questa versione ne condivide i colori e il formato in albetto spillato, ma non aspettatevi costumi sgargianti e criminali col mantello, anche se di superproblemi ne troverete a valanghe. Perché non è possibile catalogare in maniera univoca il genere a cui questa storia generazionale appartiene, in grado com'è di abbracciare e riproporre echi di fumetto d'autore, temi da comic americano, influenze nipponiche evidenti dal mondo dei manga e chissà che altro ancora.
Molti anni prima di The Walking Dead, Davide Toffolo usava gli zombie per raccontare la natura del genere umano. Ma non c'è un'apocalisse a cui sopravvivere: i non-morti sono i protagonisti e non le vittime e carnefici degli umani. Benedetti e condannati all'adolescenza eterna, diventano un perfetto laboratorio di osservazione dell'età fondamentale per tutti coloro che crescono nell'Occidente. Il periodo della vita in cui i sogni nascono e muoiono, in cui si dovrebbe scoprire davvero la propria identità, in cui si soffre come non si soffrirà mai più e si ama come non si amerà mai più. O almeno si spera. Perché spesso l'adolescenza non finisce, si prolunga ben oltre il diciottesimo anno di età, lascia strascichi a volte tragici a volte divertenti e leggeri. Vasco e compagnia hanno a disposizione, potenzialmente, l'eternità per scoprirne e farci scoprire gioie e dolori di quest'epoca normalmente effimera della vita.
L'introduzione all'eternità sta tutta in questo numero zero diviso in due parti: la prima è la storia delle origini dei Ragazzi, completamente inedita rispetto all'edizione originale degli anni Novanta; la seconda consta di due storielle introduttive già edite, scritte e disegnate da Davide Toffolo, poco più che due presentazioni dei personaggi, piccolo commento e divertito quadro delle atmosfere e dei temi della serie. Il prequel inedito è disegnato dal cartoonist italiano
Spider Jack (dopo le prime tre pagine realizzate da Toffolo stesso), vecchia conoscenza di Davide e autore delle copertine delle prima musicassette della sua band. Se la sceneggiatura di questa storia delle origini ci introduce pienamente allo stile narrativo sospeso e profondo di Toffolo, il tratto di Spider Jack è molto pulito e non sazia fino in fondo la nostra fame di Ragazzi Morti. Ma è come ascoltare il gruppo spalla della serata: non deve essere buono quanto la band che sei venuto a sentire, solo quel tanto che basta da intrattenerti e farti venire ancora più voglia del concerto.
Un concerto che potremo vedere in una veste nuova e a colori, che valorizzerà le storie già viste dei Cinque Allegri Ragazzi Morti, lo stile dark e pop assieme di Davide Toffolo e la sua quasi totale incapacità di essere banale. Ah, dimenticavamo: le copertine sono bellissime. Bellissime