Cinquanta Sfumature di Nero, la recensione
Tra ingenuità e molto sesso, 50 Sfumature di Nero, dismette i panni di pavido adattamento e racconta una storia d'amore in cui il sesso guida i sentimenti
La medesima ingenuità che si trova in questo momento in cui E. L. James (scrittrice dei romanzi da cui è tratto il film, inizialmente pubblicati solo online) e suo marito Niall Leonard (con cui ha cosceneggiato il film) lodano indirettamente se stessi, domina tutto un film in cui sembra che chi ha adattato il romanzo non sappia che il sadomaso, sul grande schermo, fa letteralmente ridere a meno che si abbia un’idea molto precisa di come mostrarlo per liberarlo da anni di prese in giro. E davvero non era possibile aspettarsi da una scrittrice poco avvezza all’audiovisivo e da un marito sceneggiatore di serie tv poco note, un risultato degno di un compito così complesso.
Nonostante quindi questo secondo capitolo di Cinquanta Sfumature di Grigio riceva risate non cercate e in certi momenti involontariamente superi le sue stesse parodie, non è possibile nemmeno fingere che i due coniugi non abbiano centrato ben più dei loro predecessori il punto di questa storia, adattandola in un film che con tutti i suoi difetti appare molto migliore del precedente e soprattutto molto più onesto nei confronti dello spettatore. Privi dello snobismo dei cinematografari che impone di nobilitare la materia più bassa, di obbligarla ad ambizioni fuori misura, annullandone le componenti più puramente di genere, i due coniugi hanno scritto un guilty pleasure efficace che come spesso accade ai film di serie B (nonostante budget, incassi e star coinvolte l’anima rimane quella e non te la levi mai) è capace di dire moltissimo sul mondo che lo guarda.
Che tutto questo poi avvenga con un crescente senso di soap opera, tra bieche donne rivali rifatte (Kim Basinger), ritorni dal passato, viaggi in elicottero immotivati che lasciano gli altri a temere per il peggio e colpi di scena improvvisi che sono tali solo per il pubblico più semplice di cuore, non fa che rafforzare l’impressione che sporcandosi davvero le mani con la materia trattata questa storia trovi la sua piena realizzazione. Cinquanta Sfumature di Nero non è affossato dal suo semplicismo ma né semmai elevato in sincerità.
Certo andando a vedere questo film con una disposizione d’animo sbagliata si può anche morire dal ridere (cosa vera per ogni autentico film di genere) ma è solo un attestato di stima. Onesto e sincero con il suo pubblico al netto di una scrittura dozzinale, Cinquanta Sfumature di Nero è un guilty pleasure perfetto e, a suo modo, ammirabile.