Cico a spasso nel tempo 1: Mai dire Maya, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo numero dell'attesa miniserie Cico a spasso nel tempo, di Faraci e Venturi

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Cico a spasso nel tempo 1: Mai dire Maya, testi di Tito Faraci, disegni di Walter Venturi, colori di Mad CowCico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, per gli amici Cico, l'inseparabile compagno di Zagor, è stata la prima spalla ad affiancare un eroe di Sergio Bonelli Editore. Nato dalla fantasia di Guido Nolitta e Gallieno Ferri cinquantasei anni fa, e figura dirompente nel panorama fumettistico italiano di allora, avrebbe visto molto più tardi una felice reinterpretazione del suo ruolo con l'esordio di Groucho in Dylan Dog di Tiziano Sclavi.

L'assistente dell'Indagatore dell'Incubo e l'aiutante del Re di Darkwood, seppur in maniere diverse, incarnano due archetipi di comprimari che finora nessun personaggio è stato lontanamente capace di emulare. Cico, rispetto a Groucho, incarna soprattutto la comicità più spontanea e tradizionale, fatta di gag, equivoci ed iperboli; allo stesso tempo si è dimostrato fondamentale per il compagno salvandogli letteralmente la vita in un'infinità di occasioni.

In passato, il Messicano Pancione si era già conquistato una collana tutta sua: 27 speciali, dal 1979 al 2007, con l'indimenticabile debutto di Cico Story, la cui copertina è allegata in omaggio a questo primo volumetto di Cico a spasso nel tempo, miniserie che ne vuole raccogliere idealmente il testimone.

Il compito è affidato a uno dei grandi nomi del Fumetto italiano, Tito Faraci, supportato alle matite da più artisti a rotazione. Nel caso dell'albo in oggetto, parliamo di un big del calibro di Walter Venturi, anche copertinista dell'intero progetto. La casa editrice milanese ha inoltre puntato nuovamente sui colori - come sta accadendo sempre più spesso negli ultimi tempi - curati da Mad Cow e su un formato snello (64 pagine) ma leggermente più grande del solito (17 x 23 cm).

Cico a spasso nel tempo 1: Mai dire Maya, testi di Tito Faraci, disegni di Walter Venturi, colori di Mad CowL'espediente per innescare l'avventura, e lo straordinario viaggio annunciato dal titolo della testata, è un antico amuleto del popolo precolombiano che il protagonista - con la sua proverbiale goffaggine - attiva involontariamente ritrovandosi nella Grecia del V secolo a.C., quella di Percile e Socrate. Il grande filosofo, padre del metodo dialettico della Maieutica, appare nelle prime pagine, in versione leggermente caricaturale ma del tutto centrata, insieme al suo discepolo più famoso, Platone.

C'è spazio anche per la terribile moglie Santippe - passata alle cronache come una concubina bisbetica e intollerante verso l'amore per la conoscenza del marito - e naturalmente per l'arconte di Atene, che compare così come lo ha tramandato la copia romana della scultura originale di Kresilas: con l'elmo corinzio sollevato sul volto. Ma questa è solo una delle tante citazioni storiche che Faraci e Venturi hanno sparso lungo il racconto.

A una solida e attenta documentazione, lo scrittore lombardo alterna trovate brillanti ed elementi di fiction che alimentano una trama semplice quanto gustosa, adatta a qualunque palato e a tutte le età: una lettura di svago, divertente e intelligente. È inoltre perfetta, per un genere affatto semplice da domare come quello umoristico, la recitazione di Venturi: ricca e intensa, esaltata dal già citato elemento policromatico.

Ciliegina sulla torta, il tributo a Cico dell'ultima pagina, che in ogni albo sarà firmato da una stella del Fumetto. Si comincia con Simone Albrigi, in arte Sio.

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