Cico a spasso nel tempo 1: Mai dire Maya, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero dell'attesa miniserie Cico a spasso nel tempo, di Faraci e Venturi
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'assistente dell'Indagatore dell'Incubo e l'aiutante del Re di Darkwood, seppur in maniere diverse, incarnano due archetipi di comprimari che finora nessun personaggio è stato lontanamente capace di emulare. Cico, rispetto a Groucho, incarna soprattutto la comicità più spontanea e tradizionale, fatta di gag, equivoci ed iperboli; allo stesso tempo si è dimostrato fondamentale per il compagno salvandogli letteralmente la vita in un'infinità di occasioni.
Il compito è affidato a uno dei grandi nomi del Fumetto italiano, Tito Faraci, supportato alle matite da più artisti a rotazione. Nel caso dell'albo in oggetto, parliamo di un big del calibro di Walter Venturi, anche copertinista dell'intero progetto. La casa editrice milanese ha inoltre puntato nuovamente sui colori - come sta accadendo sempre più spesso negli ultimi tempi - curati da Mad Cow e su un formato snello (64 pagine) ma leggermente più grande del solito (17 x 23 cm).
C'è spazio anche per la terribile moglie Santippe - passata alle cronache come una concubina bisbetica e intollerante verso l'amore per la conoscenza del marito - e naturalmente per l'arconte di Atene, che compare così come lo ha tramandato la copia romana della scultura originale di Kresilas: con l'elmo corinzio sollevato sul volto. Ma questa è solo una delle tante citazioni storiche che Faraci e Venturi hanno sparso lungo il racconto.
A una solida e attenta documentazione, lo scrittore lombardo alterna trovate brillanti ed elementi di fiction che alimentano una trama semplice quanto gustosa, adatta a qualunque palato e a tutte le età: una lettura di svago, divertente e intelligente. È inoltre perfetta, per un genere affatto semplice da domare come quello umoristico, la recitazione di Venturi: ricca e intensa, esaltata dal già citato elemento policromatico.
Ciliegina sulla torta, il tributo a Cico dell'ultima pagina, che in ogni albo sarà firmato da una stella del Fumetto. Si comincia con Simone Albrigi, in arte Sio.