Ciao mamma, vado in Giappone, la recensione
Le premesse, le motivazioni e le modalità con cui inizia il viaggio sono assurde e lasciano intuire i toni surreali con cui verrà portato avanti Ciao mamma, vado in Giappone
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Il protagonista è Enrichetto Cosimo, un ragazzino delle medie che viene maltrattato dal bullo della scuola; per evitare di essere picchiato asseconda la passione del suo avversario, raccontando di essere un grande fan del suo manga preferito, di cui possiede anche tutti i volumi autografati dall'autore. Ovviamente si tratta di una panzana, ma cerca di rimediare andando in Giappone assieme a due suoi amici per ottenere ciò che ha millantato di possedere. Per farlo prendono un aereo, vanno in Giappone vivendo una folle giornata prima di tornare di fretta in Italia.
I disegni di Enrico Pierpaoli assecondano le atmosfere leggere della narrazione, dando vita a personaggi cartooneschi che continuano a deformarsi, nell'espressività del volto come nel corpo. La comicità di Luca Raffaelli purtroppo è straboccante: anche accettando la flebile vicenda e gli atteggiamenti illogici dei personaggi, ci sono tormentoni portati avanti allo sfinimento e comprimari macchietta riproposti più del necessario, con la sensazione di essere al cospetto di una barzelletta troppo lunga.