Chorus, pronti a percorrere la rotta di Kessel in meno di 12 parsec? | Recensione

Dopo aver solcato le correnti dello spazio insieme a Nara e a Forsaken, siamo finalmente pronti per parlarvi di Chorus

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Nel bel mezzo di un mercato videoludico ancorato a determinate tipologie videoludiche, un titolo come Chorus può risultare un vero e proprio azzardo. L’opera sviluppata dai ragazzi di Fishlabs e pubblicata da Deep Silver è uno sparatutto in terza persona che ci vede nei panni di Nara. O meglio, ci vede nei panni della navicella senziente pilotata da Nara. Questo perché Chorus è un “simulatore di battaglie spaziali” accompagnato da meccaniche GDR e da un solido comparto narrativo.

Ve lo leggiamo sul volto: siete confusi dalla natura di Chorus. Non abbiate paura, ci siamo qui noi per farvi chiarezza su cosa nasconde questo interessantissimo progetto del team tedesco!

Come abbiamo già accennato in apertura, Chorus sarà pure uno sparatutto spaziale, ma non ha minimamente intenzione di tralasciare il comparto narrativo. In un futuro dove l’umanità è in continua lotta per la conquista dello spazio, il Grande Profeta ha deciso di riunire tutti gli esseri umani, costringendoli con la forza a una fittizia armonia universale denominata “Coro”. Per fare ciò, questo misterioso individuo si avvale della Cerchia, un gruppo di piloti capeggiati proprio da Nara. Dopo un tragico incidente, la ragazza decide però di allontanarsi dalla propria nave senziente Forsaken, per ritirarsi in esilio, lontano da quel massacro guidato dal folle fanatico. Il destino non ha però finito con Nara, che si trova costretta a fare i conti con il proprio passato.

La trama di Chorus non inventa certo nulla e risulta inizialmente anche mal raccontata. Già dopo le prime ore, però, gli avvenimenti appaiono più chiari, permettendoci di affezionarci persino a Nara. Con l’evolversi della storia, il titolo di Fishlabs è riuscito ad avvolgerci nel suo alone di mistero, mescolando atmosfere post-apocalittiche con l’epica spaziale. Un connubio che, ricoperto da una tetra patina di fanatismo religioso, ci ha ipnotizzati, permettendoci di apprezzarne ogni singola sfumatura.

Nara è un personaggio estremamente interessante, ben lontana dalla perfetta eroina tipica di questa tipologia di racconti. Il suo rapporto con la nave Forsaken, che mescola amicizia e rispetto, è ben scritto e riesce a trasmettere le giuste emozioni al giocatore. Emozioni che ci hanno accompagnato per tutta l’avventura, spingendoci ad affrontare missioni primarie e secondarie in un vortice di combattimenti spaziali dai quali non vorremmo più separarci.

Da un punto di vista ludico, Chorus è uno sparatutto in terza persona che ci permette di guidare Forsaken, la navicella senziente pilotata da Nara. Il gioco si sviluppa in diverse macroaree, all’interno delle quali possiamo trovare dei punti d’interesse che vanno dalle missioni di trama a piccole quest secondarie che ci permettono di ottenere punti per potenziare il veicolo.

La personalizzazione della Forsaken, infatti, è uno dei punti di forza del gioco. La nave non solo potrà essere migliorata attraverso delle modifiche in grado di potenziarne le statistiche, ma presenta anche diverse tipologie di armi da fuoco. Gatling, Laser e Missili dovranno essere costantemente alternati per poter affrontare i numerosi nemici che ci separeranno dal completamento della nostra missione.

Chorus

È proprio il doversi continuamente adattare alla tipologia di avversari che rende Chorus un gioco mostruosamente divertente. Gli scontri sono sempre frenetici e appaganti, per quanto talvolta di difficile lettura. L’utilizzo del “Rituale della Percezione”, utile per segnalare i succitati punti di interesse attorno a noi, non è sempre preciso e talvolta non ci permette di individuare gli oggetti nelle vicinanze. Un difetto che non mina l’esperienza finale, ma che in più di una situazione ci ha lasciati confusi e in balia degli eventi.

Le numerose abilità che uniscono Nara e Forsaken ci permettono inoltre di avvicinare rapidamente i nemici dal loro punto cieco o di effettuare manovre a dir poco spettacolari. Come abbiamo già avuto occasione di affermare: Chorus intrattiene. E pure tanto! Serpeggiare tra asteroidi e basi spaziali è un vero piacere per i sensi, rispecchiato da controlli (personalizzabili) precisi al millimetro.

Il piacere provato nell’esplorare lo spazio, però, non è solamente ludico, ma anche visivo. Chorus presenta una cura smodata nei modelli delle astronavi. A Stupirci ancora di più, però, sono i numerosi scenari che ci troveremo a vivere di area in area. Scorci mozzafiato, saltelli distrutti, pianeti lacerati e detriti di varie dimensioni sono non solo parte di un valido level design, ma vere e proprie chicche estetiche da non trascurare.

Nella media la colonna sonora, che dona atmosfera ai vari momenti, ma senza valorizzarli particolarmente. Il doppiaggio in lingua inglese è invece molto buono, con una Nara in parte e che ci ha ricordato più volte la Senua di Hellblade. Se non siete affini alla lingua anglofona, comunque, non abbiate paura: Chorus è interamente sottotitolato in italiano.

Chorus è un titolo che ci ha spiazzati. Non sapevamo cosa aspettarci dalla recente opera di Fishlabs e la paura di trovarsi davanti a un titolo monotono e noioso era presente nei nostri cuori. E invece ci siamo divertiti un sacco a bordo della Forsaken. Le avventure di Nara e della sua nave senziente sono state senza dubbio una delle esperienze videoludiche più divertenti e innovative degli ultimi mesi. Per questo motivo, infatti, ci sentiamo di suggerirne l’acquisto a tutti coloro che erano anche solo vagamente interessati al titolo. A tutti gli altri, invece, consigliamo di approfondire comunque la natura del gioco, guardando magari qualche video di gameplay. Una volta catturati dal fascino magnetico di Chorus, toccherà a voi sfrecciare nello spazio per affrontare intense battaglie spaziali. La Galassia ha bisogno di voi!

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