Chopperman, la recensione
Chopper si trasforma in un supereroe pronto a combattere i robottoni del Dottor Usodabda: arriva Chopperman!
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Questa divertente versione del personaggio fu apprezzata dai fan, al punto da comparire in due episodi della serie animata, che resero Chopperman ancora più popolare. Per sfruttare ulteriormente questa versione alternativa del medico di bordi, nel 2010 viene realizzato da Hirofumi Takei (la quasi omonimia non vi inganni, è il fratello di Hiroyuki Takei, autore di Shaman King) un fumetto che riprende le caratterizzazioni e l'umorismo degli episodi animati, seppur con una minore efficacia.
Il fumetto è ambientato in una scuola elementare, di cui Nami è la direttrice, dove Chopper lavora come medico; tra gli allievi ritroviamo altri volti noti come Koby, la ciurma di Usopp, Bagy e i suoi pirati regrediti all'infanzia. I protagonisti devono affrontare periodicamente la minaccia del Dottor Usodabada, scienziato malvagio che punta a conquistare il mondo, talmente vigliacco da attaccare solo i bambini; lo stratagemma per giustificare gli scontri ci sembra forzato, ma potremmo non considerare questo elemento se gli episodi si rivelassero divertenti e ricchi di spunti interessanti.
Purtroppo non è così: Chopperman sembra una fanfiction in cui la principale attrattiva è la curiosità di vedere come saranno riproposti man mano i personaggi della serie originale, in quello che si riduce presto in un gioco fanservice privo di originalità.
Dal punto di vista grafico Chopper non riesce a sfuggire al confronto con One Piece, e inevitabilmente ne esce sconfitto dato che l'occhio del lettore non riesce ad abituarsi al tratto di Takei e continua a percepire in modo strano i personaggi della serie disegnati da qualcuno di diverso da Oda.
Nella prima tavola Chopper prende in mano un fungo dalla forma bizzarra, che sembra uno dei ramoscelli con sopra la cacca rosa di Arale. Non sappiamo se è una coincidenza o un omaggio voluto, ma leggendo Chopperman la sensazione è che l'autore abbia cercato di inserire i personaggi di One Piece (manga ritenuto l'erede di Dragon Ball) in un'opera con lo spirito demenziale di Dr. Slump & Arale; infatti gli attacchi del Dottor Usodabada e i suoi robottoni ricordano non poco le assurde macchinazioni e i suoi combattimenti surreali degni di una puntata di Yattaman.
L'idea di base non è malvagia, considerando il potenziale comico dimostrato dai protagonisti di One Piece, e molto probabilmente uno spin-off di questo tipo in mano a Oda sarebbe stato un prodotto più interessante.
Molti lettori vedendo le mini-storie umoristiche parallele di Chopperman create da Oda avranno sperato di vederne un giorno delle versioni estese, ma certi desideri è meglio che rimangano tali.
Soprattutto se a realizzarli non è l'autore originale.