Che bella giornata - la recensione

Un responsabile della sicurezza combina tanti guai, fino ad innamorarsi di una terrorista che progetta un attentato a Milano. Torna l'irresistibile Checco Zalone: qualche difetto a livello tecnico, ma si ride tantissimo...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Che bella giornata
RegiaGennaro Nunziante
Cast
Checco Zalone, Nabiha Akkari, Tullio Solenghi, Ivano Marescotti, Rocco Papaleo
Uscita05-01-2011la scheda del film

Visto che non sono un grande estimatore dei prodotti leggeri italiani, facciamo subito outing: Checco Zalone è l'unico comico nostrano che mi fa ridere al cinema. Altri non mi hanno mai convinto sul grande schermo (Aldo, Giovanni e Giacomo, in realtà neanche sul piccolo), alcuni ancora non sembrano capire bene il mezzo (Leonardo Pieraccioni) e ovviamente ci sono quelli che hanno perso la loro verve (Benignaccio, dove sei finito?).

Zalone, invece, è assolutamente perfetto, capace di tirar fuori giochi di parole degne del grande terrunciello dei tempi migliori, Diego Abatantuono. L'unico problema, come spesso capita, è quello che lo circonda. Cado dalle nubi mostrava in azione il suo grande talento, ma anche una regia pressoché scolastica e una trama che definire tirata via sarebbe ai limiti del complimento.

Cosa possiamo dire allora di questo film? Sicuramente, il Checco Zalone protagonista continua a essere spesso irresistibile e divertentissimo, forse giusto un filo più compassato rispetto all'esordio. Ma l'equilibrio tra follia ironica e sana volgarità è notevole, tanto che è difficile trovare momenti di stanca.

Ma la cosa più importante è che non si ha paura di offendere qualcuno. Mentre tanti campioni di comicità cercano di essere più inoffensivi possibili, qui non c'è timore di parlare causticamente non solo di Islam e terrorismo, ma anche di ironizzare sull'esercito e sulla chiesa. D'accordo, non sarà corrosivo come Four Lions, ma per la media italiana siamo su alti livelli. Cosi come è interessante vedere il sottile attacco a tanti difetti italici, come il gusto per la raccomandazione.

Purtroppo, difficile trovare grandi miglioramenti dal punto di vista tecnico. Si vede che c'è un budget superiore, che permette, per esempio, di avere una fotografia di altro livello. Ma, come solito, siamo al servizio dell'one man show comico, senza tentare di far nulla a livello di invenzioni di regia o di montaggio (aspetto quest'ultimo che a tratti non convince proprio).

In questo senso, rispetto a Cado dalle nubi, si dedica meno spazio alle altre storie, e quasi tutto viene raccontato dal punto di vista del protagonista. Nonostante questo, i pochi minuti in scena di Rocco Papaleo sono assolutamente spettacolari, mentre non si può dire lo stesso della sottotrama romantica dei due amici di Checco.

Ma, facendo i conti, una commedia leggera veramente divertente. Sperando che ci si possa evolvere con il prossimo capitolo, per ora ci si può accontentare. E gli esercenti italiani avranno tanti motivi per cui essere contenti. Forse anche 20 milioni di buoni motivi...

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