Charles Manson – Figlio dell’uomo, la recensione
Abbiamo recensito per voi Real Cannibal vol. 2: Charles Manson – Figlio dell’uomo
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Il cartonato su Charles Manson vede ai testi Andrea Cavaletto e alle matite Giuseppe Candita, con la consueta introduzione affidata al personaggio di Alfredo Petronio, il protagonista di Cannibal Family, firmata dal suo creatore Rossano Piccioni.
L’efficace e disinvolta sceneggiatura di Cavaletto, unita a un’eccellente interpretazione grafica di Giuseppe Candita, ci propone alcuni dei momenti più osceni e feroci della biografia del criminale, tra i quali spicca l’efferato eccidio di Cielo Drive a Bel-Air: la notte del 9 agosto 1969, Sharon Tate, incinta di otto mesi, e quattro suoi amici vennero massacrati da tre membri della cosiddetta Manson Family, una sorta di setta da lui guidata come una vera e propria guida religiosa e morale, che aveva preso base in uno dei tanti ranch cinematografici nelle vicinanze di Los Angeles. Lì si praticavano in maniera sfrenata i costumi della cultura hippy più disinibiti legati alla rivoluzione sessuale e all’uso di droghe, ma si rifiutavano quelli inerenti la non violenza e il rispetto delle minoranze, soprattutto di colore.
Gli autori, come tutti noi, sembrano incapaci di penetrare l’oscurità che permeava i pensieri e le motivazioni di Manson, una figura sempre in bilico tra la follia più cieca e la lucida amoralità; i suoi vaneggiamenti, in cui si diceva ispirato dai Beatles e nello specifico dalla canzone Helter Skelter, una sorta di messaggio profetico a lui indirizzato che gli ordinava di diffondere il caos, contrapposti all’eccezionali facoltà di manipolatore e leader, possono forse trovare una spiegazione in qualcosa di diabolico a lui appartenuto.
Questa appare la tesi finale con cui si conclude il racconto di Cavaletto e Candita, che, riportando con estrema bravura e sintesi i fatti essenziali della biografia di Manson, riescono a graffiare la profondità delle nostre angosce e paure, mostrandoci che talvolta queste possono prendere forma e corpo non solo negli incubi peggiori ma incarnandosi in belve dalle fattezze umane che appartengono alla nostra realtà.