The Changeling – Favola di New York (stagione 1), la recensione

Favola per adulti con venature horror, The Changeling mette troppa carne al fuoco e ingrana solo nella seconda parte

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La nostra recensione della stagione 1 The Changeling - Favola di New York, dall'8 settembre su AppleTv+

Col termine" "Changeling" si intende, nel folklore europeo, una creatura fantastica, simile alle fate, che è attratto dai bambini umani tanto da rapirli sostituendoli con i propri. Nell'omonimo film di Clint Eastwood con Angelina Jolie il riferimento era chiaramente metaforico, mentre, nella serie in arrivo su AppleTv+, la questione si fa più sfumata e si intreccia con diverse altre tematiche, dentro una confezione da fiaba horror.

Tratta dall'omonimo romanzo di Victor LaValle e creata da Kelly Marcel (50 sfumature di grigio, Venom), The Changeling – Favola di New York debutterà coi suoi primi 3 episodi il prossimo 8 settembre, per poi proseguire con un nuovo episodio fino al 13 ottobre. Eccovi la nostra recensione.

La trama di The Changeling

Apollo (LaKeith Stanfield) ed Emma (Clark Backosi) si conoscono in una libreria del Queens e presto iniziano a frequentarsi. Poco dopo, la giovane donna si reca in Brasile, dove, addentrandosi in una foresta proibita, incontra una misteriosa donna che, legandole un nastro al posto, le chiede di esprimere tre desideri, prima di fare ritorno negli Stati Uniti.

I primi due, avere un buon marito e far nascere un figlio, vengono subito esauditi, e la coppia sembra ristabilirsi pacificamente; il terzo rimane misterioso. Ad un certo punto, però, la donna comincia a ricevere strani messaggi sul cellulare che si cancellano improvvisamente e a dare segnali di irrequietezza. Così, quando poi scompare misteriosamente, l'uomo sarà costretto a imbarcarsi in un'odissea attraverso una New York poco conosciuta.

Troppa carne al fuoco

The Changeling unisce tanti, troppi filoni, senza amalgamarli bene. Gli otto episodi della prima stagione permettono di inserire e svolgere diversi spunti, ma in fin dei conti risultano eccessivi per una storia che, per mantenere intatti fascino e tensione, avrebbe giovato di minor durata e maggior semplicità. C'è la questione razziale e dei migranti (i due protagonisti sono afroamericani e si scontrano spesso con un mondo dove sono altri afroamericani il principale ostacolo), famigliare (un pessimo padre alle spalle per entrambi i protagonisti), il tema dell'esoterismo e soprattutto quello della maternità.

Su quest'ultimo si concentra la prima parte, mettendo al centro un tema già affrontato altre volte da piccolo e grande schermo. La nascita di un bambino può essere fonte di gioia ma talvolta anche d'irrequietudine, soprattutto per la madre, quando il figlio comincia a comportarsi in modo strano. Il focus allora diventa: è la madre che, troppo protettiva, sta impazzendo o c'è sotto qualcos'altro? La serie Apple, purtroppo, decide di evitare qualsiasi ambiguità o di proporre un ritratto complesso della figura femminile (come nel caso di Hungry Hearts di Saverio Costanzo) rendendo subito chiaro l'elemento sovrannaturale delle vicende. I pochi indizi che vengono forniti appaiono già sufficientemente chiarificatori del quadro generale; questo diventa un problema per come la prima metà della stagione 1 si muove sui binari di un mystery di cui l'esito è già chiaro dalle premesse e i tanti piccoli intrighi che si incastrano rischiano solo di far perdere l'attenzione allo spettatore. Spostando inoltre l'asse sul personaggio di Emma, ad essere sacrificato è soprattutto quello di Apollo, ed è un peccato perché il suo interprete, Lakeith Stanfield, si impegna molto in un ruolo drammatico, distante da quelli a cui siamo abituati a vederlo (senza però dimenticare l'ottima prova che aveva fornito in Judas and the Black Messias).

Una seconda parte più efficace

The Changeling prende poi un vero slancio solo nella seconda metà, in cui ci addentriamo, insieme al protagonista maschile, in luoghi affascinanti e le vicende, lasciati da parte tutti i fronzoli, imboccano direzioni inaspettate. Le location e l'atmosfera si fanno finalmente intriganti e la serie può esprimere tutte le sue potenzialità. Dopo un lungo, troppo lungo, percorso per creare le basi del racconto, quando tutto diventa più chiaro e agile a guadagnarne sono i personaggi e il ritmo dell'intera serie.

Rimangono però, anche a visione conclusa, alcune criticità endemiche. In primis, l'uso ricorrente della voice over (affidata all'autore del romanzo di partenza), spesso strumento per fornire spiegazioni o parentesi che precisano il contesto sociale o storico. Un mezzo poco efficace, in quanto va a coprire il lavoro che non fanno (e che invece dovrebbero fare) le immagini, finendo per smorzare la tensione. Non mancheranno inoltre frasi, messe in bocca agli stessi personaggi, che verbalizzano il discorso alla base dell'operazione. Inoltre, le diverse parentesi melodrammatiche o sulla backstory dei protagonisti sono ulteriori fattori che danno completezza alla storia, ma inevitabilmente minano quel senso di mistero proprio del genere di riferimento, Se dunque The Changeling si presentava come una fiaba per adulti con venature horror, sembra in conclusione non avere avuto il coraggio di assumere fino in fondo la propria natura.

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