Champions vol. 1: Sconfiggere il diavolo, la recensione

Pur cambiando i toni del racconto, Jim Zub riesce a mantenere vivo l'interesse attorno ai suoi Champions

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Champions #1, anteprima 01

Con i super eroi adulti impegnati perlopiù a scontrarsi tra loro, Kamala “Ms. Marvel” Khan, Miles “Spider-Man” Morales, Amadeus “Fichissimo Hulk” Cho, Sam “Nova” Alexander e Viv Visione si sono rimboccati le maniche e hanno fondato i Champions. Il motivo? Semplice: il mondo ha ancora bisogno di eroi.

In questi anni, abbiamo seguito le avventure di un gruppo in costante evoluzione che ha accolto tra i suoi ranghi diversi aspiranti vigilantes provenienti dagli angoli più disparati del pianeta. Ora il progetto iniziale di Ms. Marvel è infine divenuto realtà: il team può intervenire in qualsiasi punto del globo grazie ai poteri di teletrasporto di Pinpoint. Nonostante questa importante trasformazione, però, qualcosa sta minando l'unità dei Champions.

È con questo spettro che ha inizio Sconfiggere il diavolo, brossurato edito da Panini Marvel Italia che raccoglie i primi sei numeri della nuova serie scritta da Jim Zub per i disegni di Steven Cummings e Juanan Ramirez. Trattasi del primo di due volumi, dato che lo scorso ottobre il lavoro di Zub si è concluso negli Stati Uniti con la pubblicazione di Champions #10.

Sin dall’incipit è evidente la volontà dello sceneggiatore canadese di smarcarsi da quanto realizzato precedentemente: di fronte a noi troviamo degli eroi adolescenti sull’orlo di una crisi di nervi. Chi segue le pubblicazioni Marvel, saprà che i protagonisti hanno subito dei traumi: da un Cho depotenziato a un Sam privato del casco di Nova, ognuno dei ragazzi ha vissuto delle esperienze che ne hanno minato le certezze. Non ultimo, Miles è dovuto scendere – letteralmente – a patti con il diavolo pur di salvare le vite dei suoi compagni di squadra. Tutto ciò ha ovviamente influito sulle atmosfere della serie, che qui diventano più oscure e pesanti. Non si tratta più solo di “super eroi con super problemi” ma di adolescenti che devono accettare e metabolizzare gli aspetti più spinosi del loro mestiere.

"La freschezza e il taglio giovanile delle storie originali lasciano spazio al dramma e a una profonda riflessione sulla natura del male."Zub decide di esasperare i toni del racconto, portare tutto a un inevitabile punto di rottura e mettere i suoi personaggi di fronte a scelte difficilissime. Il giovane Uomo Ragno, Brawn e gli altri sentono sulla propria pelle cosa significhi sporcarsi le mani e vedere la propria purezza d’animo macchiarsi un po’ alla volta. Il risultato è straniante ma conferisce inedite sfumature al titolo: la freschezza e il taglio giovanile delle storie originali lasciano spazio al dramma e a una profonda riflessione sulla natura del male.

In tal senso, gli ultimi due capitoli del volume sono esplicativi del nuovo corso: in queste pagine connesse al megaevento La Guerra dei Regni, vediamo i giovani eroi fare squadra con una vecchia conoscenza, il che offre a Kamala la possibilità di verificare lo stato di salute dei Champions e della sua leadership, con conseguenze inaspettate.

Pur cambiando pelle, Champions resta una piacevole lettura che porta avanti in maniera intelligente il processo di crescita dei suoi protagonisti. Contando sulla buona prova di Cummings e Ramirez al tavolo da disegno, Sconfiggere il diavolo offre uno spaccato intrigante sulla nuova leva di super eroi della Casa delle Idee.

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