Cenere, la recensione
La nostra recensione di Cenere, dramma sentimentale turco che porta riferimenti letterari alti in una confezione da harmony
La nostra recensione di Cenere, dramma sentimentale turco disponibile su Netflix
Gökçe, donna ricca sposata con un editore, inizia a leggere un romanzo inedito, dove la protagonista racconta la sua travolgente passione per "M", misterioso falegname. Desiderosa di scoprire se quanto raccontato è vero, visita i luoghi descritti e incontra Metin, che gli appare come il personaggio letterario e inizia a frequentare, trascurando la famiglia e e vivendo cosa ritrova nel libro, fino alle fatali conseguenze.
Il fatto che Cenere sia un prodotto Netflix lo si nota infatti dalla fotografia iper-satura e dal ritratto della protagonista che almeno inizialmente è in sintonia con la contemporaneità. Nel sottolineare la sua intraprendenza ("Sono io che ho cercato lui" rivendica ad un'amica) gli autori provano a parlare desiderio e di frustrazione, in un inno alla libertà e al "risveglio" femminile. Ma è chiaro che a lungo andare sono gli stereotipi di genere e gender a prevalere. Gökçe è quella sognatrice e ingenua, Metin quello concreto e pragmatico. Un possibile stupro da parte di quest'ultimo passa quasi inosservato. Sarà poi il finale a ribadire la prospettiva del racconto: è il marito a dipanare il mistero e a condannare la condotta della donna, mostrata in tutta la sua fallibilità. Così Cenere non diventa niente di peculiare se non (implicitamente) un esempio di quanto sia difficile emanciparsi dalle tradizioni.