I Cavalieri dello Zodiaco - Episode G: Assassin 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero de I Cavalieri dello Zodiaco - Episode G: Assassin, edito da Planet Manga
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Per chi non lo sapesse, I Cavalieri dello Zodiaco - Episode G è un manga ambientato nel 1979, ovvero sei anni dopo la morte di Aiolos del Sagittario e circa sette anni prima dell'inizio della serie classica (quella delle dodici case per intenderci). In questo nuovo racconto siamo di nuovo in Giappone, dove un caso di corruzione porta alla morte del segretario di un politico locale per mano di un’entità ancestrale con oltre tremila anni d’età e la capacità di controllare il fuoco. Sulla scena appare un ragazzo di nome Kokuto, con un gufo sulla spalla, il quale si proclama "l’assassino degli assassini". Ben presto il giovane getta via la maschera e rivela la sua vera identità: è il Cavaliere d’oro Shura del Capricorno.
Tornano i Sacri Cavalieri d’Oro e si portano dietro il grande fascino che da sempre caratterizza i guerrieri fedeli alla dea Atena. Chi ha apprezzato il precedente ciclo di storie realizzate da Okada non faticherà a ritrovare tra queste pagine l’abilità dell’autore nel bilanciare elementi della tradizione con il quotidiano, una commistione che tenta di trasportare in una dimensione più reale le avventure dei giovani cavalieri. Lontani da templi e dall’antica Grecia, i nostri devono misurarsi con politica, corruzione e malaffare, e le loro battaglie hanno scenari molto meno nobili.
Opere come Rogue One: A Star Wars Story sono lì a dimostrare, che anche dove la vicenda è nota, si può creare un prodotto emozionante, coinvolgente e affascinante. Episode G Assassin non ha nessuna di queste tre caratteristiche; anzi, ulteriormente l’epica drammaticità della saga, un aspetto peculiare de I Cavalieri dello Zodiaco. Inoltre, alcune trovate – come la trasformazione di Aiolia – sembrano scopiazzate da altri shonen di successo, a denunciare quasi una crisi d’ispirazione.
Lo stile grafico di Okada continua a essere croce e delizia di ogni appassionato della saga. Se da un lato l’interpretazione “barocca” delle sacre armature colpisce per l’accuratezza dei dettagli e il plastico dinamismo delle pose, dall’altro non convincono molti passaggi in cui la concitazione della scena si traduce in un’accozzaglia di masse di difficile interpretazione. L’utilizzo del colore permette una migliore fruibilità, ma nel complesso il risultato finale non sempre è all’altezza delle aspettative.
Sottolineiamo in chiusura il formato sottile da ottanta pagine del volume pubblicato da Planet Manga e l’ottima qualità della carta che conferisce a queste tavole un’ottima resa grafica. Attendiamo le prossime uscite per vedere se questa storia – per ora priva del giusto mordente – riuscirà ad aggiustare il tiro e ampliare il mito immortale dei Cavalieri dello Zodiaco.