Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema 9, la recensione
Abbiamo recensito per voi il nono capitolo di Cavaliere Oscuro III, di Miller, Azzarello e Kubert
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Frank Miller, Brian Azzarello e Andy Kubert chiudono il terzo capitolo della saga del Cavaliere Oscuro con un epilogo che svilisce il climax venutosi a creare fin qui, complice una risoluzione banale; ma in generale a deludere sono sia l’idea di partenza di Razza Suprema che il suo sviluppo.
A questa regia poco riuscita si aggiunge una sceneggiatura decisamente claudicante. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un fumetto che potrebbe benissimo chiamarsi “Il ritorno dell’ultimo figlio di Krypton”: è Superman, infatti, l’eroe disilluso e riluttante a tornare in azione, il principale protagonista di un percorso di maturazione che lo vede prima spettatore esterno delle sorti del mondo e poi artefice dell’estrema resistenza della Terra; è lui a battagliare con gli abitanti del suo pianeta natale, ed è la sua famiglia, formata dalla moglie Wonder Woman, dalla figlia Lara e dal neonato Jonathan, al centro della vicenda, in quanto sono i legami su sui si fonda a essere sfruttati da Miller e Azzarello per offrire quel minimo di pathos che propone Razza Suprema.
Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta l’elemento di rottura rispetto al passato: il Bruce Wayne anziano e riluttante a tornare in azione è il perno attorno al quale ruota l’universo narrativo creato da Miller nel 1986; quest'ultima eclatante variazione dello status quo opera un radicale stravolgimento delle sue peculiarità contribuendo a confermare la sensazione che Cavaliere Oscuro III altro non sia che una lettura di passaggio, qualcosa che prepari il terreno per altre miniserie.
In tal senso, il mini-comic Universo del Cavaliere Oscuro presenta: Action Comics #1 è esplicativo della voglia di proporre un ideale punto di partenza per nuovi lettori; su quelle pagine ritroviamo i protagonisti dopo la conclusione della saga, pronti a immergersi in nuove avventure. La panoramica - disegnata dallo stesso Miller - getta le basi per il futuro e lascia un’eredità non da poco a chi vorrà - e saprà - raccoglierla. Probabilmente lui stesso.
Lo stiamo scoprendo in questi anni: nel Fumetto, così come nel Cinema e nella Musica, non c’è nulla di realmente intoccabile. Per quanto Il Ritorno del Cavaliere Oscuro rappresenti una pietra miliare della Nona Arte, nessuno vieta di portare avanti l’idea alla base per creare nuove storie. Condizione sine qua non deve essere però il rispetto di quegli elementi che ne hanno dettato il successo, adattati a un contesto storico e sociale che nel frattempo si è evoluto. In questi termini, Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema disperde le emozioni e le implicazioni della storia originale e attua un ribaltamento di prospettiva che non convince del tutto.
Spiace dirlo, ma l’intera operazione puzza di reboot. Ed è un reboot riuscito non benissimo.