Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema 9, la recensione

Abbiamo recensito per voi il nono capitolo di Cavaliere Oscuro III, di Miller, Azzarello e Kubert

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Dopo essere stati liberati dalla cupola di vetro in cui erano rinchiusi, i fanatici kandoriani guidati da Quar hanno lanciato un ultimatum agli abitanti della Terra: inginocchiarsi di fronte al loro nuovo dio p morire sotto i colpi del suo esercito. Prima Superman - supportato da un redivivo Batman e da Batgirl - e poi Wonder Woman e le sue amazzoni hanno respinto gli attacchi dei cittadini di Kandor. Pur di piegare l’umana resistenza e spazzarla via dal pianeta, Quar è disposto a tutto in questo nono e ultimo appuntamento con Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema, anche a utilizzare un'arma di distruzione di massa.

Frank MillerBrian Azzarello e Andy Kubert chiudono il terzo capitolo della saga del Cavaliere Oscuro con un epilogo che svilisce il climax venutosi a creare fin qui, complice una risoluzione banale; ma in generale a deludere sono sia l’idea di partenza di Razza Suprema che il suo sviluppo.

Negli ultimi tempi, miniserie di lunghezza maggiorata presentano spesso capitoli che rallentano il ritmo della narrazione senza giustificare tale scelta con approfondimenti appropriati. Cavaliere Oscuro III non è esente da questo difetto e durante il suo incedere sono diversi gli spunti narrativi lasciati in sospeso, relegando alla solo componente action il compito di tenere vivo l’interesse del lettore.

A questa regia poco riuscita si aggiunge una sceneggiatura decisamente claudicante. La sensazione è quella di trovarsi di fronte a un fumetto che potrebbe benissimo chiamarsi “Il ritorno dell’ultimo figlio di Krypton”: è Superman, infatti, l’eroe disilluso e riluttante a tornare in azione, il principale protagonista di un percorso di maturazione che lo vede prima spettatore esterno delle sorti del mondo e poi artefice dell’estrema resistenza della Terra; è lui a battagliare con gli abitanti del suo pianeta natale, ed è la sua famiglia, formata dalla moglie Wonder Woman, dalla figlia Lara e dal neonato Jonathan, al centro della vicenda, in quanto sono i legami su sui si fonda a essere sfruttati da Miller e Azzarello per offrire quel minimo di pathos che propone Razza Suprema.

Rispetto al Superman fantoccio che abbiamo incontrato nei precedenti capitoli della saga, abbiamo dunque il ritorno a una caratterizzazione più vicina a quella primigenia: altruista nell’anteporre il bene collettivo a quello personale; legato alla famiglia, tanto da rischiare la morte per mano della figlia; amico leale che salva la vita di Batman immergendolo nella Fossa di Lazzaro, donandogli così gioventù e nuovo vigore.

Proprio quest’ultimo aspetto rappresenta l’elemento di rottura rispetto al passato: il Bruce Wayne anziano e riluttante a tornare in azione è il perno attorno al quale ruota l’universo narrativo creato da Miller nel 1986; quest'ultima eclatante variazione dello status quo opera un radicale stravolgimento delle sue peculiarità contribuendo a confermare la sensazione che Cavaliere Oscuro III altro non sia che una lettura di passaggio, qualcosa che prepari il terreno per altre miniserie.

In tal senso, il mini-comic Universo del Cavaliere Oscuro presenta: Action Comics #1 è esplicativo della voglia di proporre un ideale punto di partenza per nuovi lettori; su quelle pagine ritroviamo i protagonisti dopo la conclusione della saga, pronti a immergersi in nuove avventure. La panoramica - disegnata dallo stesso Miller - getta le basi per il futuro e lascia un’eredità non da poco a chi vorrà - e saprà - raccoglierla. Probabilmente lui stesso.

Lo stiamo scoprendo in questi anni: nel Fumetto, così come nel Cinema e nella Musica, non c’è nulla di realmente intoccabile. Per quanto Il Ritorno del Cavaliere Oscuro rappresenti una pietra miliare della Nona Arte, nessuno vieta di portare avanti l’idea alla base per creare nuove storie. Condizione sine qua non deve essere però il rispetto di quegli elementi che ne hanno dettato il successo, adattati a un contesto storico e sociale che nel frattempo si è evoluto. In questi termini, Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema disperde le emozioni e le implicazioni della storia originale e attua un ribaltamento di prospettiva che non convince del tutto.

Spiace dirlo, ma l’intera operazione puzza di reboot. Ed è un reboot riuscito non benissimo.

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