Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema 4, la recensione
Abbiamo recensito per voi il quarto numero di Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema di Frank Miller, Brian Azzarello, Andy Kubert e Klaus Janson
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
I Kandoriani, guidati dal loro dispotico leader Quar, hanno dichiarato guerra al mondo e sono disposti a distruggere ogni baluardo di umanità e trapiantare così, sulla Terra, la loro civiltà. Liberato - grazie all’ingenuo aiuto di Atom - dalla teca di cristallo nella quale erano stati rinchiusi da Superman, il popolo alieno può ora vantare un braccio armato dal grande potere: Lara, la figlia dell'Azzurrone e Wonder Woman. Lo scontro padre/figlia è dunque inevitabile e le ripercussioni sono tanto profonde da spostare l’esito della battaglia a netto favore di Quar che ora punta un altro obiettivo: Batman.
Per la prima volta Miller caratterizza Superman in maniera più vicina a quella classica che ben conosciamo: un alieno con poteri divini che ha deciso di sposare la causa del genere umano e non di ergersi al di sopra di chi l'ha accolto. Non più il supereroe sbeffeggiato e deriso ne Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, ma un personaggio dall'umanità profonda e vibrante contrapposto a chi, invece, reclama la propria superiorità. Ammaliata dalle parole di Quar, Lara si erge infatti oltre i limiti umani, trattando con disprezzo e superficialità chi rinnega le sue origini kryptoniane, l’appartenere a una razza suprema, per rivedere al ribasso la propria natura.
Temi già accennati e ormai entrati a far parte della narrativa milleriana tornano prepotenti in tutta la loro brutale attualità: il fanatismo politico e religioso - morbo che sta divorando il mondo conducendolo verso il baratro - esplode attraverso immagini e gesti che cristallizzano su carta quell’ansia, quella paura e quel malessere generale che accompagna quotidianamente le nostre vite. Difficile non notare il mezzo busto di Donald Trump, impossibile non porre l’accento sulla caducità dell’idolatria, sulle folle pronte a abbandonare il proprio eroe morente, nella polvere, dopo aver riposto in lui le speranze per un futuro migliore. Ma la speranza è difficile da uccidere.
La lettura dell'albo scorre veloce e fluida, piacevole nella sua alternanza di momenti “rossi” - passionali, fatti di scontri - e “neri”, quelli più oscuri e intimisti che vedono ancora Superman e Batman al centro della trama. Questa prima parte tradisce lo spirito iniziale di Cavaliere Oscuro III, visto che il tanto atteso cambio generazionale che avrebbe dovuto mettere in risalto le nuove leve - Lara, Carrie e il Commissario Yindel - non è ancora avvenuto e le caratterizzazioni dei singoli risente ancora dell’influenza dei personaggi più conosciuti e ben definiti. Così come non convince l’utilizzo di altri supereroi della Justice League, la cui presenza risulta abbozzata e viene liquidata in poche battute, quasi come un cammeo concesso ai fan non così necessario allo sviluppo della storia.
Continua a convincere, invece, la performance di Andy Kubert, finalmente tornato in pieno possesso del suo stile e autore di una prova matura e dal forte impatto emotivo. Tante le soluzione adottate da Kubert che colpiscono per l’ardire di certe composizioni, come la disposizione a spirale delle vignette nella tavola iniziale con Atom, o lo scontro tra Superman e i Kandoriani.
Il quarto appuntamento con il mini-comic Dark Knight Universe Presents focalizza la propria attenzione su Carrie Kelly, che finalmente riceve il secondo regalo del suo mentore: indossa così i panni della nuova Batgirl e, senza troppe esitazioni, entra in azione tra le strade di Gotham provando a riportare alla tranquillità una situazione che ormai sta degenerando oltre ogni limite. Anche in questo mini-albo compare un altro eroe dimenticato, pronto ad aggiungersi allo scontro. La storia prettamente d'azione, ma allo stesso tempo intimista, in quanto giocata sulle riflessioni della stessa Carrie; i disegni mantengono invece una connotazione grottesca, quasi a voler contrapporre l’umanità di Batgirl alla brutalità dei mostri degeneri che si trova ad affrontare. Un contrasto reso perfettamente da un Miller che si dimostra ancora una volta all’altezza del compito.
Il giudizio complessivo su questa prima parte di Cavaliere Oscuro III - Razza Suprema è sicuramente positivo, sebbene siano molteplici gli aspetti che mostrano punti deboli: dalla caratterizzazione di alcuni personaggi a uno sviluppo poco denso che spesso si muove in orizzontale, senza affondare il colpo. Tutti elementi che speriamo possano essere rettificati e sfruttati meglio nei prossimi capitoli. Attendiamo fiduciosi.