Cavaliere Oscuro III – Razza Suprema 3, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo numero di Cavaliere Oscuro III – Razza Suprema di Frank Miller, Brian Azzarello, Andy Kubert e Klaus Janson
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Attacchi mirati e devastanti vengono portati nei luoghi più sensibili e significativi del pianeta, mettendo in ginocchio la popolazione mondiale. Intanto, dopo essere fuggita dalla prigionia, Carrie Kelly fa il suo ritorno alla Batcaverna dove scopriamo che Bruce Wayne, sebbene ridotto veramente male, è ancora vivo e pronto a tornare in azione: non lui in prima persona - la condizione fisica è ormai irrimediabilmente compromessa - ma ricorrendo a un’arma rimasta per troppo tempo ferma, letteralmente congelata: Superman.
Frank Miller, seppur affiancato da Brian Azzarello ai testi e Andy Kubert alle matite, non viene meno alla carica iconoclasta, politica e reazionaria che ha caratterizzato le sue precedenti opere. Come nel 1986, l’autore ambienta le gesta dei suoi protagonisti in un futuro distopico - tre anni dopo la conclusione de Il Cavaliere Oscuro Colpisce Ancora - un periodo in cui l’apparato amministrativo militarizzato ha fallito creando un’insanabile frattura con la gente comune. In questa società che non riesce ad arrestare la sua caduta verso il baratro innescata da una profonda perdita di valori, l’ennesimo ritorno del Cavaliere Oscuro genera una ritrovata volontà di reagire, di non sottostare ai soprusi e a uno stato nel quale risulta difficile riconoscersi, sentirsi tutelati.
Ritorna, quindi, l’autore controverso che spinto dall’attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 decise di realizzare un’opera controversa come Sacro Terrore, in cui viene sostenuta una netta posizione favorevole all’interventismo militare contro il terrorismo islamico, posizione che alimenterà ulteriormente le accuse rivolte a Miller di essere un neofascista. Anche in questo terzo capitolo di Razza Suprema ci sono solo buoni e cattivi, niente grigi o vie di mezzo, in una semplificazione del genere umano estrema che farà storcere il naso a qualcuno ma che rappresenta un elemento della narrativa milleriana.
Davvero struggente anche la scelta di Miller e Azzarello di porre in contrapposizione il rapporto genitore/figlia (adottiva) che vedrà da un lato Bruce e Carrie e dall’altro la coppia formata da Superman e Wonder Woman alle prese con la loro primogenita Lara.
Le immagini poste in apertura dell'albo e le due conclusive sono la quintessenza di questa dicotomia così forte, sublimata su foglio da un Andy Kubert in grande spolvero. L’interpretazione dell’artista americano diventa sempre più personale, più vicino allo stile che l’ha reso la grande superstar del fumetto internazionale qual è, riuscendo a scrollarsi di dosso quella forte sensazione di manierismo che aveva accompagnato le prime tavole dell'opera. Dinamismo ed espressività concorrono a impreziosire pagine in cui, sovente, Kubert si lascia andare a soluzioni a tutta pagina che ci regalano immagini iconiche, plastiche, cariche di tensione emotiva e che esaltano la scrittura.
Il terzo Dark Knight Universe Presents, minicomic presente nella parte centrale dello spillato, è dedicato a Lanterna Verde. Il nostro eroe viene sedotto da un gruppo di donne kryptoniane in un momento di delicata e profonda crescita personale. Il suo ruolo di eroe della Terra lo porterà ad affrontarle a viso aperto, ma qualcosa di sinistro sembra nascondersi dietro il loro mite aspetto.
Come le precedenti storie brevi, anche questa amplia la trama principale inserendo nuovi elementi alla narrazione in attesa che tutto si ricongiunga. I layout di queste pagine sono a opera di John Romita Jr. sui quali, poi, si sono innestate le matite di Miller. Questo approccio alla realizzazione della tavola non ha giovato del tutto al risultato finale, visto che in alcuni passaggi la linea sembra quasi abbozzata perdendo la grandiosità che il tratto dei due artisti, invece, possiede.
Questo piccolo passaggio a vuoto, però, non va a inficiare il valore globale dell’albo che resta di per sé godibile e porta avanti in maniera elettrizzante una storia che farà sì discutere, ma che non sfigura accanto alle precedenti opere dei singoli autori coinvolti.