Caught by the Tides, la recensione I Cannes 77

Tirando le fila di tutta la sua carriera, con Caught By The Tides Jia Zhangke racconta vent'anni di trasformazioni nella Cina contemporanea

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La nostra recensione di Caught by the Tides, il nuovo film di Jia Zhangke presentato in concorso al Festival di Cannes 2024

Basta una breve scena a Jia Zhangke per ricordare cosa può essere il suo cinema. Un incontro tra due amanti lontani da tempo, una musica ad accompagnare i loro sguardi senza parole, un'attenzione ai dettagli, pregni di significato. Non che Caught by the Tides sia un'opera diversa dalle precedenti; anzi, sembra la summa d un'intera carriera. Peccato che esploda veramente solo nell'ultima parte.

Caught by the Tides potrebbe essere Il sol dell'avvenire del regista cinese, ancora più sperimentale e ancora più incentrato su se stesso. Percorrendo gli ultimi vent'anni di storia del suo Paese (in tre blocchi distinti ambientati nel 2001, 2006 e 2022), Jia ibrida estratti dai suoi lavori precedenti, grane diverse dell'immagine, scene che appaiono riprese dal vivo. C'è come di consueto una grande attenzione alla componente musicale, con brani extradiegetici ad accompagnare le riprese del paesaggio, naturale e artificiale, e altri diegetici su cui i personaggi ballano e cantano. Per lunga parte del film, a dominare è l'approccio documentaristico, con macchina da presa stretta intorno ai volti, lunghe carrellate a passare in rassegna tutti i presenti fino a fermi immagine che richiamano uno scatto fotografico. L'intento di Jia è ancora una volta quello di trascendere la mera registrazione del reale, tramite l'uso di una colonna sonora eterogenea (dal rock alla musica tradizionale) e di una fotografia dai colori accentuati a dare una connotazione espressiva a quello che vediamo. L'impressione per lunghi tratti è però quella di un'operazione metatestuale, ad appannaggio dei fan e conoscitori di Jia, in cui l'intento espositivo prevalere su quello narrativo.

Al centro della storia ci sono le trasformazioni della Cina, con particolare attenzione all'avvento delle nuove tecnologie e alla dispersione e l'incomunicabilità che causa la modernità, con i personaggi che si perdono e poi provano a ritrovarsi. Qui è in particolare Qiao Qiao, che dopo essersi innamorata di Bin, passa lungo tempo a cercarlo quando quest'ultimo lascia il paese. I rapporti affettivi sono in balia delle sovrastrutture economiche e sociali, ma in Caught by the Tides il focus è spostato sulle seconde e a farne le spese è la componente sentimentale tipica degli ultimi lavori del regista. Tutto però cambia quando con un brusco salto si arriva alla pandemia, che nell'inverno 2022 ancora imperversa in Cina. Le storyline dei personaggi, prima molto frammentate, trovano un compimento e finalmente le due dimensioni una perfetta sintesi, tra balli di gruppo mentre addetti passano a sanificare e buffi robot che dispensano proverbi. Così, sui titoli di coda, a prevalere è il rammarico per non aver visto un'intero film ambientato nella contemporaneità.

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