Cattivissimo me - La recensione

Il malvagio Gru sta organizzando il furto della Luna, ma quando tre ragazzine si affezionano a lui qualcosa cambia. Dal produttore dell'Era Glaciale, una fiaba dark irresistibile...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo Cattivissimo me
RegiaPierre Coffin, Chris Renaud
Voci originali
Steve Carell, Jason Segel, Russell Brand, Julie Andrews, Will Arnett, Kristen Wiig Uscita15-10-2010La scheda del film

C'è vita oltre alla Pixar e alla Dreamworks? C'è stato un momento in cui tutti si sono buttati a fare cartoni animati, vedendo gli incassi record di queste due società. Ovviamente, le cose non sono andate bene praticamente per nessuno, se si escludono successi sporadici come la serie de L'era glaciale. Ora, arriva Cattivissimo me, pellicola prodotta da Chris Meledandri, già la mente dietro alle avventure di Sid e Manfred, che ha ottenuto un ottimo incasso a sorpresa in patria.

Bene, si può tranquillamente dire che Cattivissimo me rappresenta un bel rivale al duopolio delle corazzate menzionate, e non solo per gli strepitosi incassi americani.

In effetti, si ha la stessa sensazione di freschezza del primo L'Era Glaciale, un buon misto di ironia e azione che non stanca e non sembra stupida. Merito di un'ottima costruzione dei personaggi, a partire dal protagonista, che ci regala momenti dark degni di un Tim Burton d'altri tempi. Ma anche i comprimari non sono da meno, e se le bambine sono deliziosamente simpatiche, a spiccare sono due personaggi femminili inattesi.

Da una parte, la direttrice dell'orfanotrofio regala momenti di perfidia assolutamente degni del genio del male Gru. D'altra parte, quando scopriamo la madre assolutamente sadica che ha il protagonista, tante cose del suo carattere risultano più chiare. Ah, dimenticavo: i minions sono i nuovi pinguini!

Ma una cosa che sorprende è la capacità di fondere influenze diverse e senza risultare pesanti. Di Tim Burton abbiamo già detto, ma a tratti sembra di vedere Chuck Jones tornato in vita per la vena di follia anarchica del film, caratteristica che deve qualcosa anche ai Monty Python. E magari mettiamoci una bella spruzzata del Woody Allen d'annata, in particolare nel rapporto genitori-figli, senza dimenticare i tanti gadget che sembrano una parodia di James Bond. Peccato giusto per una citazione de Il Padrino fin troppo plateale.

Se proprio vogliamo trovare un difetto, la trama è troppo esile e semplice, tanto che, come spesso capita in questi casi, nel secondo atto c'e' qualche lungaggine di troppo. E purtroppo il doppiaggio di Max Giusti, senza essere assolutamente un disastro, non e' all'altezza di uno Steve Carell, voce dell'originale.

Sul 3D si puo' dire che sia utilizzato in maniera matura (penso all'effetto piramide molle dell'inizio o anche alle idee 'brillanti' del protagonista). Però, come mi capita sempre più spesso, trovo faticoso vedere dei film con gli occhialetti, soprattutto perchè non si ha l'impressione che sia fondamentale aggiungere una dimensione.

Comunque sia, si può inserire tranquillamente questo titolo al fianco di Dragon Trainer e di Toy Story 3, in un anno che sembra memorabile per l'animazione...

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