Cattivi Vicini 2, la recensione
Su una trama identica al primo film, un team più ampio di sceneggiatori alza l'asticella di Cattivi Vicini 2 e riesce a dire di più con ugual divertimento
I coniugi Radner aspettano di nuovo un bambino, devono cambiare casa e quindi vendere quella in cui vivono. Tuttavia accanto a loro sono venute a vivere delle ragazze appena iscritte al college che intendono fare feste ad oltranza per dimostrare che anche le ragazze possono organizzarne, e senza dover essere ridotte a bambole in reggiseno nei party delle confraternite maschili. Ovviamente con tutto quel caos i Radner non venderanno mai, quindi devono “fare quello che i genitori fanno meglio: impedire ai giovani di divertirsi!”. In tutto questo Zac Efron è stato licenziato dal suo lavoro come modello, ha perso gli amici di sempre che non lo vogliono più in casa perché desiderano creare una famiglia e ha scoperto di poter essere utile alle ragazze spiegandogli come si creano dei party grandiosi. Ci abbiamo messo un po’ ma siamo arrivati alle stesse dinamiche del primo.
Cattivi Vicini 2 riserva alla sua confraternita di ragazze (quasi) lo stesso quoziente di presa in giro e “stupidità” che riserva a Zac EfronIn un dialogo con la preside dell’Università, uno simile a quello avuto nel primo film, Lisa Kudrow gli dice molto chiaramente che non sì metterà mai contro una confraternita femminile, perché questo creerebbe una tempesta mediatica senza precedenti: “Gli uomini hanno tre avvisi prima di essere sanzionati, loro ne hanno infiniti per quanto mi riguarda”.
Non siamo di fronte al primo film che sancisce quest’avvenuto cambiamento ma forse davanti al primo che include dei personaggi femminili ad un livello tale da non doverli trattare con i guanti, anzi! Cattivi Vicini 2 riserva alla sua confraternita di ragazze (quasi) lo stesso quoziente di presa in giro e “stupidità” che riserva a Zac Efron, ancora preso in giro per il suo “piacere ai gay” e per l’idiozia incomparabile del suo personaggio.
Alle volte la formula del sequel non è così sconveniente come si crede.