Castro, la recensione

Abbiamo recensito per voi Castro, graphic novel di Reinhard Kleist edita da Mondadori Comics

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Mondadori Comics porta in Italia la graphic novel di Reinhard Kleist dedicata a una delle figure simbolo del XX secolo, Fidel Castro. Nella sua collana Ritratti, la casa editrice milanese presenta la biografia del leader recentemente scomparso e le gesta che hanno ispirato più generazioni nella seconda metà del Novecento.

La storia è raccontata da un reporter tedesco immaginario, Karl Mertens, il quale, dopo essere giunto a Cuba all’alba della rivoluzione che condusse Castro a rovesciare il corrotto governo filo-americano di Batista, decide di restare sull’isola caraibica per seguire da vicino le vicende del lìder maximo e del suo ideale infine tramutato in realtà.

Il narratore è un Mertens ormai anziano che, con lucida memoria, ripercorre gli anni trascorsi sulle montagne della Sierra, passando attraverso la formazione del primo governo, il fallito tentativo di rovesciare il regime con l’invasione alla Baia dei Porci e l’embargo statunitense che ha costretto la popolazione locale a una grossa recessione; il tutto visto attraverso gli occhi del cronista che prova in tutti i modi a restare imparziale, ma tradisce in più occasioni l’amarezza del suo giudizio, la disillusione che accompagna le sue riflessioni.

La vita pubblica di Fidel, così come quella privata, vengono passate al setaccio da Kleist, che non si perde nell’encomiastica rilettura della mitologia castriana, ma preferisce presentare la vita dell’uomo e del rivoluzionario nella maniera più oggettiva possibile maneggiando con cura le fonti cui attinge. Gli ideali, gli amori, le amicizie e le scelte che hanno caratterizzato l'esistenza di questo controverso personaggio rivivono tra le oltre 280 pagine dell'elegante volume di grande formato.

Kleist è bravo anche nel non enfatizzare troppo il rapporto che unisce Castro a un altro simbolo del secolo scorso, Ernesto Guevara. Un’amicizia nata a Cuba, cresciuta nel corso degli anni e arenatasi a causa della rivoluzione, di quello spirito incendiario che in uno arde ancora forte e nell’altro si piega al pragmatismo della politica. Un dissidio che non potrà mai essere ripianato a causa della cattura del Che e della sua morte.

Sebbene i fatti narrati siano tanti e le tavole ricche di avvenimenti che hanno segnato la Storia moderna, la lettura scorre fluida in ogni sua parte, rapita dall’ingombrante figura di Castro. I continui stacchi temporali evitano che il racconto diventi prolisso o ecceda in determinati frangenti alleggerendo la tensione e mantenendo vivo l’interesse del lettore. L'attenzione riposta nel tratteggiare cast di comprimari che popolano i racconti di Mertens denuncia la volontà di affidare il giudizio sull’operato del leader alle persone che gli erano vicine.

Quella di Kleist è una scrittura sicura, matura e mai banale che si sposa con lo stile grafico realistico, attento nella realizzazione di primi piani espressivi, proprio come le istantanee che lo stesso narratore cattura durante gli anni al seguito di Fidel. Ma l'autore tedesco è abile anche nel riempire ogni vignetta di tanti particolari che stimolano il lettore a cogliere le tante sfumature del racconto.

Tavole dense di storia che rendono Castro un'opera profonda e toccante che vibra della grande potenza che un personaggio con il lìder maximo lasciava trasparire. Un'importante pezzo della nostra memoria collettiva riletto con una prosa in continuo bilico tra obiettività e sentimentalismo, pervaso da una disillusione latente.

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