Casino Royale
James Bond è appena diventato un agente con licenza di uccidere e deve combattere un pericoloso fiancheggiatore di gruppi terroristici. Se ne parlava come del miglior Bond degli ultimi anni: in realtà, si tratta di un film ridicolo e deludente...
Se si dovesse eleggere la migliore commedia dell'anno, molti commentatori probabilmente opterebbero per Borat. Ma, francamente, io mi sentire di avanzare la candidatura di Casino Royale. Certo, c'è il piccolo problema che, sulla carta, dovrebbe essere una pellicola d'azione e di spionaggio, ma quando le risate (involontarie, purtroppo) abbondano a tal punto, forse le differenze con Sacha Baron Cohen non sono poi enormi.
Fin da subito, si capisce che le cose andranno male. Dopo un'introduzione in bianco e nero discreta (ma non così eccezionale come sperato), arrivano i mitici titoli di testa, uno dei marchi di fabbrica della serie. Purtroppo, sono orrendi e banalissimi, tutti giocati stupidamente sui semi delle carte e con una canzone mediocre di Chris Cornell (ex leader dei Soundgarden). Certe presentazioni ora non saranno molto politically correct, ma si rimpiangono decisamente le affascinanti silhouette femminili di Goldfinger e co.
C'è da dire che anche noi italiani abbiamo fatto 'degnamente' la nostra parte. Della serie, 'Bond Girl senz'anima', ecco arrivare Caterina Murino, che dopo essere scesa da cavallo in una scena demenziale sulla spiaggia, è protagonista di una serie di dialoghi con Bond da antologia, anche grazie al doppiaggio (inutile dirvi che siamo a livelli pessimi anche in questo reparto) e alla stranissima pronuncia che le viene data. Claudio Santamaria è un terrorista da operetta, ma per fortuna almeno sta zitto. La funzione principale di Giancarlo Giannini, invece, sembra quella di fare il conto dei soldi che si trovano al tavolo da poker (ma non bastava una didascalia?).
Il tutto viene condito da strizzatine modaiole agli sport emergenti (tutto l'inseguimento iniziale) e con le ovvie parentesi gadgettistiche (si vedono più telefonini qui che in un negozio specializzato, anche se a dire la verità queste promozioni sono sempre meno imbarazzanti di quelle che si vedono nei film italiani recenti).
Insomma, cosa c'è da salvare in questo guazzabuglio? Beh, sicuramente non è Daniel Craig il problema, considerando che incarna forse meglio di tutti l'agente segreto di Fleming, avendo un volto molto meno piacione di quelli apparsi sullo schermo finora. E Judi Dench è sempre bravissima con il tempo che ha a disposizione (troppo poco, a dire il vero).
Insomma, le basi per ripartire con fiducia ci sarebbero anche. Magari è proprio la formula che ha fatto il suo tempo. O forse no, visti gli ottimi risultati (di pubblico e - incredibilmente - anche di critica) ottenuti sino ad ora dal film...