Cartoonist in The Box, la recensione
Abbiamo recensito per voi Cartoonist in The Box di Andrea "Zio-p" Poli e Alex Agni, progetto auto-finanziato targato Crossover Gangbang
Ma anche no.
Individui come Marko Lankov, protagonista di Cartoonist in The Box. Questi è uno di quelle persone che si (auto)definiscono true believer (con buona pace di Stan Lee), un accanito lettore di fumetti che conosce a menadito l'intera continuity Marvel Comics e DC Comics, per intenderci. Uno di quelli che ogni sera, puntualmente, scrive sul sul blog (letto da pochi) della sua rabbia e insoddisfazione verso un mondo che ha tradito i lettori più affezionati il giorno stesso nel quale il primo essere umano coniò quella terribile parola: metafumetto. Oltre a essere produttore di "nerd rant" in quantità industriale, Marko è poco altro: il suo intero universo sono i fumetti che legge, come dimostrato dalla sua fornitissima libreria e dai poster appesi su ogni parete della sua abitazione, quasi come fossero foto di familiari (che poi per lui è così, ma questo è un altro discorso, più adatto a uno studio di natura psichiatrica). La vita sociale, il lavoro sono solo convenzioni borghesi che non fanno per uno come Marko.
Come?
Semplicissimo, sequestrando Frizzle, lo sceneggiatore di Amazing Boy (il suo fumetto preferito) e costringendolo a scrivere una sceneggiatura (in catene) di sua invenzione, così che possa mostrare ai lettori come dovrebbe davvero essere fatto un fumetto.
Andrea "Zio-p" Poli si dimostra capace di scrivere una storia dal taglio originale, sfruttando nella maniera migliore quel rigurgito di stampo fondamentalista a volte presente su forum di genere, al fine di creare un racconto ironico e caricaturale, che strappa ben più di un sorriso. In poco più di 30 pagine lo sceneggiatore confeziona un prodotto con un preciso inizio e una puntuale fine, non senza prima averci regalato il proverbiale climax che sfocia in interessante cliffhanger conclusivo.
Ai disegni, Alex Agni realizza un'opera dal taglio visivo aggressivo e moderno, che non ha nulla da invidiare alle tanto sbandierate produzioni mainstream. Lo storytelling è chiaro e fluido, come anche il design dei personaggi.
In conclusione, Cartoonist in The Box è un progetto meritevole di elogi, in primis perché auto-prodotto. Auspichiamo che nel panorama editoriale del fumetto italiano iniziative come questa si moltiplichino esponenzialmente e ricevano, da parte dei lettori, il credito che spetta loro. Metafumetto, vaffancoolo!