Cars
Saetta McQueen, astro nascente dell’automobilismo, si sta preparando alla corsa più importante della sua vita, quando si ritrova bloccato in una cittadina in mezzo al nulla. La Pixar finora aveva realizzato solo grandi film, ma purtroppo c’è sempre una prima volta…
E’ abbastanza ovvio che il rapporto con la Disney ha molto a che fare con i problemi di questo film. Infatti, questo era l’ultimo titolo che la Pixar doveva consegnare per contratto, in una situazione peraltro in cui sembrava che il rapporto tra le due società non dovesse continuare. Ovviamente, non è il caso di pensare ad un fallimento voluto (un ‘Primavera per Hitler’ a cartoni?), ma non è un caso che siamo di fronte ad un film chiaramente senza reali possibilità di sequel e con personaggi decisamente meno accattivanti del solito.
Detto questo, la Pixar si è contraddistinta negli anni per due cose. La qualità dell’animazione, sempre all’avanguardia. E l’intelligenza di sapere che non si può puntare solo sull’aspetto tecnico, ma che bisogna soprattutto cercare di avere una storia avvincente e ben costruita. Sul primo punto, niente da dire. L’animazione in 3D (se possibile) ha fatto un ulteriore passo in avanti, come dimostra l’incredibile corsa iniziale, ma anche tanti piccoli particolari (guardate come è realistico anche uno spruzzo d’acqua).
E che dire delle ‘svolte’ della storia, in realtà tutte prevedibilissime (tranne un buon finale per la competizione, ma nulla di sconvolgentemente originale). Ed è incredibile che la scena più divertente avvenga sui titoli di coda (!) e soprattutto sia decisamente frutto dell’esperienza passata. Stendo poi un velo pietoso sul solito doppiaggio italiano, che privilegia come solito i comici televisivi ai professionisti del settore. Ma questa è una battaglia persa prima del via…