Carnage vol. 1: Superstite, la recensione

Abbiamo recensito per voi il primo volume della nuova serie di Carnage, opera di Gerry Conway e Mike Perkins edita da Panini Comics

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Nell'era All-New, All-Different Marvel c'è spazio per tutti, persino per i cattivissimi come Carnage. Il rosso simbionte, "figlio" di Venom ed entrato in comunione con il serial killer Kletus Casady, è sicuramente uno dei villain più disturbanti e disturbati dell'Universo Marvel, ed è stato partorito dalla mentre dei suoi creatori, David Micheline e Mark Bagley, nell'oramai lontano 1991. Da allora il mostro si è imposto nell'immaginario collettivo come uno dei criminali più mortiferi e svitati della Casa delle Idee, mostrando che succede se un alieno assetato di sangue si unisce a un umano a dir poco psicopatico, nonostante di recente Carnage abbia anche vestito i per lui bizzarri panni dell'eroe, nel corso del megaevento Axis, durante la quale un'"inversione" ha trasformato i buoni in cattivi, e viceversa.

Nel Nuovissimo Universo Marvel nato al termine di Secret Wars, Carnage è tornato alle sue sanguinolente abitudini, narrate nella sua serie personale e omonima, scritta da Gerry Conway e illustrata da Mike Perkins, il cui primo arco narrativo è raccolto integralmente nel primo volume proposto da Panini Comics e intitolato Superstite. A otto mesi dalla fine delle nuove Guerre Segrete, ritroviamo Kletus Casady e il suo simbionte impegnati in quello che sanno fare meglio, ossia seminare morte e caos, ciò che per il personaggio è un vero e proprio lavoro, perlopiù notturno. Non chiedetegli di essere mosso da particolari piani o motivazioni, perché questo "uomo" non ne ha, essendo semplicemente spinto dalle sue pulsioni omicide e perverse. Nel frattempo, però, c'è chi si è messo sulle tracce di Carnage, ed è intenzionato a mettere fine alla sua scia di sangue: si tratta dell'Agente Dixon dell'FBI, che mette insieme una task-force anti-simbionte, nella quale vengono reclutati l'ex astronauta-licantropo John Jameson ed Eddie Brock, colui che con il nome di Venom fu il secondo avatar umano del simbionte (dopo l'incauto Peter Parker) e che adesso ospita il suo terzo simbionte (dopo l'Anti-Venom), Toxin, a sua volta figlio di Carnage. Sì, l'albero genealogico dei simbionti alieni sembra essere uscito direttamente da Beautiful. Queste premesse metteranno in moto una caccia senza esclusione di colpi, che si svolgerà negli oscuri tunnel di una miniera abbandonata del West Virginia, nella quale non si saprà bene fino all'ultimo chi sono i cacciatori e chi i cacciati, e che riserverà ben più di un twist narrativo.

Autore dei testi di quella che si configura come una delle saghe più horror e violente della Marvel degli ultimi anni, sempre più all'insegna della diversificazione narrativa, vi è quello che è un vero e proprio veterano del fumetto americano, colui che ha scritto, tra le altre cose, avventure memorabili con protagonista Spider-Man, compresa quella della sconvolgente morte di Gwen Stacy (una delle poche "morti definitive" dei comics di supereroi, almeno finora): Gerry Conway. Lo scrittore, che evidentemente non è restio a scrivere storie adulte e a fare scelte importanti, dà vita a una storia dichiaratamente di genere, che semplicemente parla di un mostro e di coloro che si impegneranno, volenti o nolenti, a fermarlo (e che presumibilmente potranno pure perire nell'intento): a conti fatti, un canone del genere horror, dalla narrativa alla cinematografia, passando per la TV. Se a questo si aggiunge che il primo arco narrativo è ambientato quasi interamente in una location buia, chiusa e misteriosa (anche qui, grotte, cunicoli, miniere sono un classico, basti pensare alla pellicola The Descent - Discesa nelle tenebre, tra le tante). Dunque, se magari Carnage non spicca aprioristicamente per originalità, di sicuro è interessante poter leggere un fumetto con queste caratteristiche nell'ambito di un universo narrativo supereroico, e altrettanto certamente questo primo arco narrativo è coerente, dinamico e solido nella sua storia, e va a porre resistenti fondamenta per il prosieguo della serie.

Ai disegni troviamo il bravo Mike Perkins (Captain American, Deathlok), capace di dar vita a tavole apprezzabili, grazie a un tratto molto realistico ed elegante. L'artista britannico si dimostra capace di saper gestire la narrazione dal punto di vista grafico in ognuno dei suoi momenti, da quelli di relativa quiete a quelli dove si scatena la tempesta. Nel volume sono inoltre raccolte le copertina regolari della serie, realizzate da Mike Del Mundo, che è semplicemente uno dei più grandi e innovativi illustratori del mondo.

In conclusione, se cercate una serie dai toni forti e dalle tinte rosso sangue nell'ambito dell'Universo Marvel, Carnage è ciò che fa per voi.

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